Il Miglio Verde: Una Storia che Emoziona dal 1996

Il Miglio Verde come Parabola della Vita

Se per alcuni la vecchiaia può ritenersi la giusta ricompensa dopo una vita di sudore e fatica, magari trascorrendo quel tempo a guardare la televisione in compagnia di zuppe e carte da gioco, per Paul Edgecombe sembra quasi un calvario. Si, perché sembrano passati tantissimi anni da quando è entrato per la prima volta nella casa di riposo di Georgia Pines. Da sempre solitario e disinteressato alle classiche attività per anziani, trova oramai sollievo (o quantomeno libertà) nella scrittura.

E’ la sua storia, nello specifico, che sta cercando di riportare alla memoria, soprattutto il periodo trascorso come capo del blocco E del penitenziario di Cold Mountain, da tutti soprannominato ”Il Miglio Verde” a causa del colore del pavimento. Non si tratta di un luogo qualunque poiché lì vi giungono solo ed esclusivamente coloro che dovranno subire la sorte di ”Old Sparky”, la vecchia sedia elettrica che aspetta costantemente in un buio capannone.

Nonostante i numerosi anni trascorsi in quel luogo, però, Paul vuole soffermarsi su uno specifico periodo a cavallo degli anni Trenta e Quaranta, quando le poche celle presenti erano occupate da Eduard “Del” Delacroix, John Coffey (“Come la bevanda, solo scritto in modo diverso però”) e William ”Billy The Kid” Wharton e quando, con il suo sfollagente e ghigno sadico, Percy Wetmore era ancora una delle guardie del Miglio.

La storia raccontata da Paul Edgecombe è una storia di empatia, durezza, sofferenze e miracoli. E sembra proprio essere John la chiave di tutto: un uomo nero alto più di due metri accusato di aver ucciso e violentato due bambine. Eppure qualcosa non torna. Come mai sembra provenire da un mondo lontano? E soprattutto, come mai sembra tutto fuorché un killer senza pietà? Un miracolo, ecco la parola giusta per descrivere Coffey.

Il Miglio Verde – Edizione Sperling&Kupfer

“Sono molto stanco ora, capo. Stanco morto.”

Come un moderno Charles Dickens, Stephen King decide di pubblicare ”Il Miglio Verde” in sei piccoli volumi a cadenza mensile, in modo da riuscire a creare con i lettori un vero e proprio rapporto di dipendenza: da una parte una storia con continui colpi di scena, dall’altra la promessa dell’autore di non buttare all’aria una delle idee più originali mai avute fino a quel momento.

Perché questo è ”Il Miglio Verde”: pura originalità e sofferenza. Si tratta dell’esempio lampante di come i pregiudizi e le apparenze possono oscurare la vista, poiché non esistono solo il bianco e il nero nel mondo. C’è chi compie atti orribili ed è comunque in grado di rivelare parti di sé ancora intonse dall’errore e chi, nascondendosi dietro ad una divisa o ad una facciata di cristallo, finge di essere perfetto.

Il lavoro delle guardie che ogni giorno controllano il corridoio del blocco E non è solo quello di condurre i condannati alla propria sorte, ma anche di conversare, capire, supportare. E’ quello di donare pace e tranquillità a uomini e donne che pagheranno presto il prezzo delle proprie azioni e che, forse, sono oramai completamente cambiati rispetto a qualche mese prima.

Non potrò mai comprendere il dolore di chi perde dei cari a causa delle orribili azioni di qualcun altro, non sono qui per giudicare o difendere questi ultimi. Credo però che alcune persone, nonostante il proprio passato turbolento, possono comunque rivelarsi ancora utili per la società. Basti pensare al vecchio Del che sembra quasi stonare all’interno di quel luogo. O allo stesso John, grande e grosso, ma terribilmente spaventato del buio.

Che sia il film o il libro, raccomando a tutt* di recuperare questa storia perché è una di quelle che ti segna per tutta la vita. Grazie a King s’impara l’empatia, ma anche che il mondo può essere duro e impossibile per chi ha un animo buono e gentile.

“Sono stanco, capo. Stanco di andare sempre in giro solo come un passero nella pioggia. Stanco di non poter aver mai un amico con me che mi dica dove andiamo, da dove veniamo e perché. Sono stanco soprattutto del male che gli uomini fanno ad altri uomini. Sono stanco di tutto il dolore che io sento e ascolto nel mondo ogni giorno. Ce n’è troppo per me, è come avere pezzi di vetro conficcati in testa sempre, continuamente. Lo capisci questo?”

– da ”Il Miglio Verde”

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