Scopri “Il Maestro e Margherita”, un libro di Michail Afanas’evič Bulgakov
Il Maestro e Margherita, scopriamolo
Il libro che vorrei consigliare oggi è forse uno dei miei preferiti (credo di averlo letto almeno 10 volte) e se potessi vi racconterei ogni singolo dettaglio, ma non voglio e non posso rovinarvi la sorpresa. Tuttavia posso scrivervi una recensione ed introdurvi all’autore.
Michail Bulgakov ( Kiev, 15 maggio 1891 – Mosca, 10 marzo 1940) fu uno scrittore e drammaturgo russo, diventato poi uno dei più rinomati scrittori di romanzi novecenteschi.
Nonostante nacque da una famiglia prettamente religiosa arrivó a dichiararsi agnostico nel 1910 (uno scandalo per l’epoca). Amante del teatro e della letteratura, era laureato in medicina e dopo aver conseguito la laurea aprì uno studio con la sua prima moglie (ne ebbe tre) e in merito scrisse anche “I racconti di un giovane medico” una raccolta di sette racconti. Non abbandonò mai la passione per il teatro e la scrittura ed oscilló tra queste due passioni più e più volte.
Bulgakov soffrì terribilmente per la dittatura comunista e la censura del suo tempo ed ebbe varie esperienze traumatiche per colpa di ciò. Moltissime delle sue opere son state pubblicate postume.
“Il Maestro e Margherita” è un romanzo che venne inizialmente scritto negli anni 30. Tuttavia fu’ pubblicato solo verso gli anni 60 (20 anni dopo la morte dell’autore) dopo moltissime e pressanti censure e solo nel 1973 vide la luce la sua edizione definitiva ed integrale, e qualche anno dopo, nel 1989, iniziò addirittura ad essere considerato un classico, sebbene inestricabilmente legato ad una situazione storico-sociale e culturale assai tragica e molto atipica per un classico.
Questo romanzo è un’opera composita in cui vengono alternati più e più piani narrativi:
- Quello della realtà contemporanea (ovvero il mondo e il periodo storico in cui l’autore viveva);
- Quello della fantasia e del grottesco dove sono presenti il Diavolo stesso in persona ed i suoi aiutanti che vengono a smascherare e riparare le storture della realtà (il gatto-demone Behemoth per fare un esempio) ;
- Quello del romanzo storico, incentrato sul ruolo e sui dubbi di Ponzio Pilato sulla crocefissione di Gesù. Bulgakov fa riferimento ad autori come Flaubert nel suo Buvard e Pécuchet ed ovviamente il Faust di Goethe, nel quale all’inizio del libro primo (ancor prima che il romanzo inizi) viene riportato un estratto. Da un lato quindi la satira sociale, bonaria in Flaubert, feroce in Bulgakov, e dall’altro la varietà stilistica che va dal comico, al tragico, dal sublime alla narrazione storica, dal razionale al sentimentale.
Dallo stile di scrittura si nota molto la sofferenza di Bulgakov : si nota infatti, specialmente nel personaggio del povero Ivan, la sua frustrazione ed il suo risentimento e l’angoscia di non poter esprimere un semplice pensiero filosofico o un concetto artistico poiché la libertà d’espressione era diventata ormai qualcosa di assurdo. Insomma : una specie di liberazione tramite un velatissimo autobiografismo.
Bulgakov ha fra l’altro un forte spirito vendicativo e a-religioso, forse addirittura quasi “blasfemo” in parte ne “Il Maestro e Margherita” : l’elemento angosciante, inquietante, misterioso, violento, autoritario non si abbatte sul personaggio “buono” ma bensì sui burocrati, i politici corrotti, i funzionari, i privilegiati, i “sempre in regola”, senza poi dare nessuna distinzione sociale o culturale.
In conclusione
Il Maestro e Margherita in poche parole ha come tema lo scontro tra il mondo della realtà, dove trionfano le meschinità e le persone cattive (e qui da un lato Bulgakov non tace le differenziazioni sociali della Russia sovietica dell’epoca) e il mondo della fantasia e dell’orrore che rappresenta molto probabilmente la libertà della letteratura e dell’espressività artistica rispetto alle ingiustizie della realtà e si realizza ed opera nel mondo del romanzo attraverso il male : è il diavolo infatti a fare giustizia, a salvare i buoni e spaventare i cattivi…
Spaventare perché in realtà i cattivi non vengono sconfitti (purtroppo) e torneranno ben presto ad affondare gli artigli sul mondo per poi riprenderne il possesso come al solito
Insomma : il nostro scrittore getta la sua condanna universale su tutta la società di quegli anni, che salvo il diavolo e i suoi grotteschi aiutanti, non risparmia nessuno, nemmeno il povero maestro e la sua Margherita, che sono uniti da un amore quasi etereo e splendido e al contempo fredifrago (Margherita infatti era già sposata con un altro uomo che purtroppo non amava).
la Storia quindi ha fatto il suo corso, ha negato ogni consolazione.
E anche se sembra non esserci alcuna speranza alla fine, soprattutto per i buoni, Bulgakov alla fine del suo stupendo romanzo sembra voler dare come un messaggio di speranza ai suoi lettori nonostante tutta questa disperazione all’interno della trama : salvezza per l’umanità ci sarebbe, basterebbe soltanto cambiare prospettiva. La realtà ed il mondo possono essere assai crudeli ma la vita potrebbe diventare molto più valida, varia, divertente e bella… basterebbe solo cambiare il mondo.
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