Il cavaliere, il gatto, la ballerina – Piotr Vlasov-Olga Vlasova

Il cavaliere, il gatto, la ballerina – Piotr Vlasov-Olga Vlasova, recensione del libro pubblicato da Dea!

Il cavaliere, il gatto, la ballerina – Piotr Vlasov-Olga Vlasova

«Questo micio vive davvero qui?» chiese Maša, ridendo. Per qualche motivo, le sembrava buffo che ci fossero dei gatti residenti in un museo. «Magari, è il gatto più importante dell’Ermitage, indossa pure una catenina.»
“Che perspicace!” esclamò Vas’ka. “Speriamo si tratti davvero di una ballerina e non sia venuta qui solo a dare un’occhiata a queste cosucce. Comunque, ha proprio l’aspetto di una ballerina vera! È magra e alta come quelle del teatro dell’Ermitage. Strano che frequenti il bar.”

L’Ermitage di giorno è un normale museo, la notte si anima. Nelle opere d’arte presenti nel museo ci sono le anime degli artisti che si svegliano tutte le notti e lo popolano. All’interno dell’Ermitage vive anche un gruppo nutrito di gatti capeggiati da Vas’ka, il cui compito è quello di difendere le opere d’arte dai ratti che vogliono rosicchiarle e distruggerle. I topi sono l’arma con cui Buthadeus, il cavaliere nero, vuole vendicarsi di Pietro il Grande e decide dopo secoli di organizzare una grande dimostrazione di ciò che è capace grazie alla magia.

Pietro il Grande avvisato del pericolo imminente affida a Vas’ka un compito: cercare una ballerina per il Gran Ballo che si terrà per Buthadeus e il gatto riesce a trovarla. Maša ha 12 anni e frequenta la scuola per diventare ballerina, il suo sogno è ballare all’Opera di Parigi. Non comprende il motivo per il quale il gatto vuole il suo aiuto, ma alla fine acconsente alla sua richiesta.

Il giorno del ballo Maša insieme al gatto e ad altri personaggi, arriverà all’Ermitage e ballerà per Bethadeus, il suo balletto non sortirà l’effetto sperato e il malvagio cavaliere cercherà in tutti i modi di distruggere il museo e la città.

Mi fermo qui per non sciupare la lettura.

Quest’opera ha ricevuto dei premi in Russia e credo di comprenderne i motivi. Oltre a possedere tutti gli elementi di una favola, uno dei punti di forza del racconto è l’ambientazione. La descrizione dei grandi spazi di Sanpietroburgo immersi nella neve rende ancora più fiabesco il racconto. Si riescono a immaginare con la mente il Palazzo d’Inverno, L’Ermitage, la Prospettiva Nevskij e ti sembra di essere all’interno della storia.

La narrazione piuttosto lineare e, soprattutto, descrittiva ci permette di conoscere meglio i personaggi oltre che gli ambienti. C’è una buona dose di ironia nel caratterizzare i personaggi, l’introduzione di Vas’ka mi ha strappato più di una risata. Nè manca la giusta dose di magia come in ogni favola che si rispetti.

L’eterno dualismo tra bene e male caratterizza anche questa favola, ma ci sono anche altre osservazioni da fare in merito: la natura dell’umanità e l’incapacità da parte di chi possiede denaro e potere di comprendere i bisogni altrui, il non arrendersi mai nel perseguimento dei propri sogni, la possibilità che tutti abbiamo di poter modificare i nostri errori passati con dei comportamenti che ci permettono di guardarci con occhi diversi, il saper perdonare gli errori altrui e l’amore, unico sentimento, in grado di sciogliere anche i cuori più malvagi rendendoli più umani.

Le descrizioni creano un forte impatto visivo per cui vedrei bene una riproduzione cinematografica con le musiche, perchè no, de Lo schiaccianoci di Piotr Ilic Tchaikovsky.

Consigliata ai bambini e agli adulti.

Il cavaliere, il gatto, la ballerina

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