
Ormai per abitudine vediamo le case editrici o videoludiche prendere ispirazione dai grandi classici. Oggi scopriamo Icaro, un mito molto sottovalutato
Icaro e il sole
Questo è probabilmente il mio mito preferito, quello che – tra tanti – riesce sempre a darmi spazio di riflessione. La storia del ragazzino di Creta riesce sempre ad essere emozionante, per me, tanto da avermi fatto innamorare – a suo tempo – di altri miti. Qual è la storia di Icaro? Direttamente da Treccani, ecco una parte di quello che è scritto riguardo all’omonimo mito:
Mitico figlio di Dedalo e di Naucrate, schiava di Minosse. Rinchiuso con il padre nel labirinto di Creta, fuggì volando con le ali che Dedalo aveva adattato con la cera al proprio corpo e a quello del figlio. Ma, avvicinatosi troppo al Sole, la cera si sciolse e I. cadde nel mare che da lui fu detto Icario. Secondo un’altra versione, Dedalo era fuggito da Atene, dopo aver ucciso per gelosia d’arte il nipote Talo, e I., anch’egli bandito, si mise alla sua ricerca, ma fece naufragio presso Samo (e il mare prese nome da lui) e il suo corpo, rigettato sulla spiaggia dell’isola di Icaria, fu sotterrato da Eracle. I. talvolta è detto inventore dei lavori in legno.
Treccani
Ora che abbiamo una visione più chiara del mito, possiamo iniziare con un’analisi ben più dettagliata. Per anni questa storia ha ispirato grandi artisti, fumettisti, scrittori e addirittura musicisti. Si passa anche dal videoludico, con grandi proposte da parte di Nintendo.
Icarus is flying too close to the sun
And Icarus’ life, it has only just begun
Bastille
Un chiaro esempio è “Icarus” dei Bastille. Una canzone proposta in chiave abbastanza triste e depressa, così come è anche il mito effettivo. Un chiaro esempio di come questo mito possa essere utilizzato anche in chiave attuale, perché il pezzo proveniente dall’album Bad Blood può essere motivo di riflessione.
Go on then Icarus
Take your turn
You always fly right up until it burns
Your wings you never could change
Always the victim
Into the flames again
Starset
Ne parlano in chiave un po’ più motivazionale gli Starset, che nel loro ultimo album Horizons hanno deciso di dedicare un pezzo all’omonimo mito. Un brano carico di adrenalina ma, allo stesso tempo, malinconia. A mio avviso uno dei testi migliori – nonostante la semplicità – per comparto musicale, lirico e emotivo.
Accusato giustamente di libero arbitrio
Un reato che al potere da sempre fastidio
Perché ho sognato di volare troppo in alto
Perché ho pensato che ogni uomo sulla terra è un santo
Se tutto ormai è proibito me ne frego e canto
Me ne frego e canto
Mahmood
Terminiamo il reparto musicale con un cantante nostrano, Mahmood. L’italo-egiziano crea un brano che resta un po’ più sul polemico, risultando comunque fresco e avvincente all’ascolto. L’utilizzo della parabola del ragazzino di Creta risulta molto azzeccata, dando all’ascoltatore un titolo di tutto rispetto.
Parliamo di Gabriel Picolo
Se non lo conoscete, dovete iniziare ad informarvi. L’artista brasiliano – che ha pubblicato anche un paio di albi a fumetti – ha trasmesso tutto il dolore possibile nelle sue tavole di Icarus and the sun. Potrete trovare anche qualcosina sul suo Instagram, ma i disegni sono di altissimo livello.

Questa volta la storia è descritta come una struggente relazione amorosa. Icaro e il sole, in questo caso, sono rappresentati da due ragazzi in adolescenza o poco più. La cosa più triste è che il loro amore risulta essere tossico, perché se lei lo tocca lui rischia di sciogliersi e morire.

Una storia fatta di poche parole e colori tetri, con qualche sprazzo di acceso dato dal fuoco incessante di lei, del sole. Icarus and the sun riesce a dare al mito una rivisitazione totalmente inedita che da modo di scoprirlo sotto un’ottica maggiormente sentimentale.

Perché è sempre vero: quello che amiamo di più, solitamente, è ciò che più ci ferisce. Icaro ama quella libertà datagli dal sole, ma che continua a ferirlo nel momento in cui vi si avvicina. La libertà può esistere? Forse no, ma se esiste ha un costo elevato: la sofferenza.

Perché a volte sono le frasi più semplici quelle più belle da dire, ma anche le più difficili da dimenticare. Icaro è riuscito a capirlo a proprie spese, dovendo poi lasciare ciò che amava per l’insostenibilità di un amore troppo difficile da vivere. Solo la morte può realizzare quel sentimento. Solo la morte può realizzare quella libertà cercata anche nel mito.
Kid Icarus, serie sottovalutata
Terminiamo con una piccola chicca nel videoludico. Kid Icarus è un progetto nato da mamma Nintendo, che è riuscita a proporre una trilogia carina e – purtroppo – a mio avviso troppo sottovalutata. Il platform di casa N è un titolo carino, seppur non propriamente longevo.

Seppur il primo fosse obiettivamente un pugno nell’occhio a livello stilistico, è anche vero che per l’epoca di riferimento risulta un gioco che riesce ad intrattenere. Come platform non è il top, ma esistono giochi ben peggiori nel genere platform.

Nel 1991, Icaro sbarca in una veste tutta nuova. La grafica migliora lievemente e il gioco si conferma essere vivibile. Pit – protagonista di Kid Icarus – continua ad essere un valido protagonista che riesce a trasportare il videogiocatore all’interno di un gameplay che si merita almeno una possibilità.

Facciamo un salto in avanti di 21 anni, con Uprising. Tolto qualche lag di troppo, il passaggio sulle console della famiglia Nintendo 3DS risulta vincente per la saga seppur ancora non ci sia quel balzo supplementare. Il gioco è vivibile ma – purtroppo – Pit e la sua saga vive all’ombra di un altro videogame.

Se Pit (Icaro) è conosciuto a livello videoludico è grazie anche alla saga di Super Smash Bros. Questo picchiaduro ha dato maggior rilevanza al personaggio, rispetto a quanto fatto con la trilogia di Kid Icarus. Direi anche per sfortuna, perché i tre videogiochi sono godibili e meriterebbero molta più rilevanza. Si spera che Icaro possa trovare nuova linfa su Nintendo Switch. Cosa che – purtroppo – non gli riesce in God of War o nelle altre serie animate e non dove compare. Stendiamo un velo pietoso.

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