GAME OF THRONES: la storia delle serie tv

Game of Thrones
Game of Thrones

Game of Thrones, la serie che, nonostante il suo finale arrangiato, per otto anni ha condotto a testa alta il mondo seriale.

Game of Thrones

Game of Thrones, o Il Trono di Spade, è una serie tv fantastica drammatica del 2011 ideata da David Benioff e D. B. Weiss che hanno adattato la serie al ciclo di romanzi Cronache del ghiaccio e del fuoco (A Song of Ice and Fire) di George R. R. Martin.

La trama di Game of Thrones, narra la storia di diversi personaggi che vivono in un mondo originale e di fantasia, ispirato al medioevo e a tutte quelle che erano le credenze, i miti e le leggende del tempo medievale. È un fantasy storico, per così dire. Questi personaggi, fanno parte delle famiglie che mantengono in piedi il paese e lottano per la conquista del trono del regno attraverso complotti, intrighi e giochi di potere.

Game of Thrones

Ora, potrebbe sembrare una classica serie tv fantasy con i draghi e tutte queste creature magiche e leggendarie, ma non è per niente così.

Quindi, cosa rende così speciale Game of Thrones? Per quale motivo è una serie cardine della storia del mondo seriale? Semplice, GoT è importante per la sua cura dei dettagli. Già dalla sigla, che rappresenta la mappa geografica dei Sette Regni ci accorgiamo di come tutto sia trattato perfettamente senza tralasciare alcun particolare.

E poi ancora la creazione di formule che sentiamo ripetere spesso come “L’inverno sta arrivando” o ancora “Tu non sai niente Jon Snow”. E infine, la creazione di vere e proprie lingue e dialetti nelle varie zone del regno, come le lingue parlate dalla Khaleesi (regina), Daenerys Targaryen, Madre dei Draghi e la sua formula “Dracarys”.

Infatti, GoT, crea un vero e proprio mondo, differente dal nostro ma nel quale ci possiamo ritrovare facilmente grazie alla trattazione di temi, che sono per lo più politici e rispecchiano quelli che sono i meccanismi del mondo reale da sempre nella conquista e nella guida di un popolo.

Volendo, si potrebbe addirittura compiere uno studio su GoT, a causa della sua storia e alla rappresentazione e la scrittura dell’universo in cui è ambientata.

Ma se è così particolare e di tale importanza, per quale motivo è anche la serie tv più criticata, non solo dagli esperti, ma anche dal fandom stesso?

Cosa succede: le prime sei stagioni di Game of Thrones, di base, sono perfette. A livello tecnico non va che ad aumentare la qualità della regia. La sceneggiatura si incentra soprattutto sugli intrighi, gli incesti, gli intrecci delle sottotrame, i complotti, il sesso, la diplomazia e tutto quello che riguarda la politica e l’economia dei Sette Regni. Si toccano, inoltre, i temi dello schiavismo, dell’abilismo, dell’omosessualità, il femminismo (infatti la serie urla Girl Power ad ogni immagine) e quant’altro, volti anche alla sensibilizzazione oltre che ad una descrizione di una storia medievale.

Pian piano, dalla fine della sesta stagione, tutto ciò rimane un po’ più in profondità per dare vita ad una serie d’azione a tutti gli effetti. Da qui in poi, infatti, è la guerra a farla da padrona, i draghi che volteggiano in cielo sputando fuoco e le varie battaglie.

Tutto ciò ha sconvolto e addirittura è stato disprezzato molti, tant’è che la maggior parte dei fan dà la serie per persa proprio da questa settima stagione d’azione, ma fondamentalmente è normalissimo si sia arrivato a questo punto, soprattutto per la comparsa vera e propria di un nuovo personaggio che funge da villain in queste stagioni, il Re della Notte.

Adesso, ogni personaggio è ben caratterizzato, ognuno di loro ha un vero e proprio carattere, da Ned Stark a Cersei Lannister, da Daenerys Targaryen a Jon Snow, e ancora Tyrion Lannister, Sansa Stark, Melisandre, e tutti gli altri caratteri presenti all’interno della serie vengono costruiti minuziosamente insieme a tutto all’universo GoT. La loro caratterizzazione è resa grandiosa e spettacolare anche grazie alle interpretazioni degli attori tra cui Emilia Clarke, Peter Dinklage, Nikolaj Coster-Waldau, Lena Headey, Sophie Turner e davvero tantissimi altri, in toto, impeccabili, senza tralasciarne nemmeno uno.

Per quanto riguarda invece il Re della Notte, il declino della serie inizia proprio questo punto. Per sette stagioni ci presentano una creatura imponente, invincibile, temibile, ce lo presentano come il più potente di tutto il regno ma alla fine, la delusione, questo personaggio non viene praticamente neanche scritto, sta lì, inerme, totalmente insipido, indifferente.

Da qui in poi, quello che poteva essere un capolavoro seriale lo si può invece considerare incompleto a vita. Gli ideatori, a causa delle critiche sulla settima stagione, scrissero l’ottava praticamente per inerzia, perché dovevano terminarla e basta, senza ovviamente fare più affidamento ai romanzi di Martin.

La pessima scrittura della stagione la si può toccare con mano. L’unico personaggio che rimane coerente a se stesso e ai suoi ideali, seppur estremi, è Cersei Lannister. Ogni favorito cambia da un momento all’altro, senza una precisa motivazione, la propria idea iniziale. Per non parlare dell’episodio finale, credo letteralmente imbarazzante, anche per la scrittura stessa della sceneggiatura, presentata addirittura ai Grammy, poco professionale per creatori di questo calibro (vi invito a leggerla dopo aver terminato tutta la serie per evitare spoiler).

Molti hanno trovato dei perché anche profondi a questo episodio finale, alla pazzia di Daenerys che si poteva probabilmente prevedere sin dall’inizio, ma non era in ogni caso la fine che ci aspettavamo, per nessun personaggio al quale comunque c’eravamo tanto affezionati nel corso di otto stagioni.

Quest’ultima stagione di Game of Thrones va completamente ad annullare le sette precedenti, ogni azione e ogni decisione di tutti i personaggi (tranne forse quattro di loro) sembra assolutamente inutile per come hanno terminato il tutto.

Nonostante tutto, in conclusione, dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare: Game of Thrones è una serie tv fondamentale per la conoscenza del mondo televisivo seriale, è una colonna portante per il modo in cui costruisce il suo universo, il suo regno, i suoi personaggi, e grazie a questo crea un tono e una sorta di connessione tra spettatore e spettacolo.

È un prodotto di tutto rispetto, comunque da vedere, perché culturalmente importante in questo ambiente, anche se rovinato alla fine. Ma, di base, non bisogna dare nulla per perso, quello che non va nella serie tv potrebbe anche essere recuperabile e ricostruito in futuro, seguendo il filo logico iniziale e donandogli un finale degno del resto della serie.

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