Escape Room: emozioni prevedibili e plagiate

Escape Room: il film thriller del regista emergente Adam Robitel che si ispira al grande capolavoro che è Saw l’Enigmista riproducendone una sorta di brutta copia.

Escape Room

Il film di cui parleremo in breve oggi è Escape Room, come si evince dal titolo, è un film horror thriller del 2019 disponibile sulla piattaforma Netflix scritto da Bragi F. Schut e Maria Melnik e diretto dal regista emergente Adam Robitel. Racconta la storia di sei personaggi con delle vite molto differenti tra loro che vengono invitati ad una escape room alla quale parteciperanno scontrandosi con i loro traumi e le loro paure in una situazione in cui il gioco c’entra ben poco, fondamentalmente.

Il film in se è un prodotto d’intrattenimento, non è nulla di eccezionale, di base è un qualcosa di già visto in altri film horror sulle escape room e non, dunque tutti quegli elementi che dovrebbero suscitare terrore o comunque i giochi mortali all’interno delle stanze, sicuramente ben eseguiti soprattutto grazie alle scenografie e alle scelte registiche, che dovrebbero dare allo spettatore chissà quali emozioni terrificanti, alla fine, non fanno altro che risultare banali e prevedibili, soprattutto all’occhio di uno spettatore incallito del genere.

Un punto a favore è però la scrittura dei personaggi e la loro caratterizzazione, molto dettagliata nella loro psicologia. Tutti e sei i personaggi hanno un passato molto travagliato, traumi nascosti o ben evidenti, caratteri molto differenti tra loro, ma comunque vanno tutti a rappresentare soliti cliché e critiche sociali che però potevano essere maggiormente sviluppate e non solo lasciate un po’ in superficie.

Questo è ricollegabile al plot twist finale molto interessante e ben riuscito ma praticamente plagiato e fondamentalmente poco spiegato in questo capitolo del prodotto, magari in un’altra pellicola, considerato il finale aperto di Escape Room, sarà possibile fare un passo indietro e conoscere meglio come tutto è iniziato. Passo indietro con cui si apre tra l’altro il film, dato che parte dall’ultima sfida per poi raccontarci la storia dall’invito alla struttura in cui si svolge il gioco mortale, costruzione filmica con un montaggio molto basic che non ci regala nulla di cinematograficamente nuovo.

Per trarre delle conclusioni: Escape Room è una pellicola che permette allo spettatore una minima riflessione sociale ma un discreto intrattenimento per una visione senza troppo impegno, è un film molto prevedibile, il pubblico riesce letteralmente a conoscere cosa ci sarà nella scena successiva e come si comporteranno i personaggi che per quanto caratterizzati sono fondamentalmente dei cliché dei film horror e dei thriller. Alla vista risulta dettagliato, anche se non è nulla di particolare o una novità non risulta brutto nel vederlo, è soprattutto la storia molto dimenticabile, ancor più se si pensa che esistono già prodotti simili di gran lunga migliori e dei veri e propri capolavori.

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