Élite: è l’ennesimo prodotto sopravvalutato?

Élite, la serie televisiva spagnola targata Netflix dall’enorme successo ma che riscontra effettivamente un vuoto che sembra non renderla un diamante vero.

Élite

Spesso si sente parlare di Élite, soprattutto sui social, e spesso se ne sente parlare molto positivamente, alle persone piace questo prodotto seriale e lo promuove in maniera spropositata, per quanto mi riguarda. Ma è davvero una serie così bella da vedere? Cosa spinge le persone a parlarne bene?

Élite è una serie televisiva spagnola del 2018 ideata da Carlos Montero e Darío Madrona e diretta da Ramón Salazar e Dani de la Orden. La serie è costituita da quattro stagioni con otto episodi da un’oretta circa ciascuno. Narra le vicende di un gruppo di adolescenti appartenenti all’élite, appunto, della società madrileña. I ragazzi vivono nello sfarzo, nella ricchezza e anche nella corruzione e nell’illegalità delle loro famiglie e frequentano il liceo privato di grande prestigio Las Encinas di Madrid. È un teen drama ma fondamentalmente si ripercorre sempre un crimine.

Sicuramente, la serie è molto importante dal punto di vista sociale. In tutte e quattro le stagioni possiamo benissimo immergerci in temi sociali molto importanti ed è sensibilizzante rispetto a topic quali il sesso, l’omosessualità, il razzismo, la cultura religiosa e soprattutto le differenze tra classi sociali. Ebbene sì, perché comunque essendo un teen drama è normale si parli di determinati argomenti che fanno parte di ogni adolescente sulla faccia della terra. Vedere come i ragazzi si approcciano al sesso, ad esempio, è visto e rivisto in un teen drama, ed è giusto così perché è la fase in cui tutti si rapportano alla sessualità, quindi ha un qualcosa di realistico.

La parte che ho trovato molto più interessante è quella in cui vi sono delle vere e proprie differenze sociali tra i ragazzi. Queste differenze vanno a scaturire il fenomeno del classismo, descritto in maniera molto cruda facendo sfociare poi le vicende tra discriminazioni e bullismo. Credo sia la parte più interessante proprio perché, a causa, o meglio, grazie a queste discriminazioni possiamo parlare di come Élite sia una sorta di denuncia sociale nei riguardi del capitalismo e soprattutto del modo in cui persone che fanno parte di una determinata classe sociale educhino i propri figli alla brutalità più che al rispetto di ciò che hanno e comunque di chi non condivide la stessa qualità di vita a causa loro, tra l’altro.

Vediamo per quattro stagioni ragazzi e ragazze che fanno letteralmente quello che vogliono, senza alcun freno, questo perché se lo possono socialmente permettere. I più responsabili sono proprio quei ragazzi che fanno parte di una classe economicamente molto meno stabile e che non vivono tra i vizi. Questi ultimi sono proprio causa di tutta la criminalità che vediamo nella serie.

Fino a qui, di base, nulla di sbagliato, ma comunque sono cose già viste, soprattutto con la serie che per eccellenza ci regala la visione antropologica dei giovani “figli di papà”, sto parlando proprio di Gossip Girl. A tutto questo, si aggiunge il thriller, il poliziesco, la storia di omicidi e crimini di vario genere che passano troppo in secondo piano ma devo dire che è raccontato con una costruzione molto particolare che agisce sullo spettatore nonostante la semplicità e spesso la banalità della sceneggiatura. La struttura di ogni episodio infatti consiste in un flashback costante con il momento subito dopo l’avvenuto crimine e il passato rapporto tra ogni componente del gruppo.

Élite, inoltre, di quattro stagioni poteva evitarne almeno una, nel senso: senza fare troppi spoiler, la trama fino alla terza stagione sostiene un filo logico abbastanza lineare, guardandola ha senso, nonostante le new entry nel cast della terza stagione. Questa è infatti una stagione conclusiva del crimine che ci è stato presentato all’inizio della prima e ciò fa sì che comunque si chiuda l’intera trama, soprattutto considerando che molti membri del cast hanno lasciato ormai la serie con questi ultimi avvenimenti. La quarta stagione accoglie nuovi protagonisti e un nuovo crimine, e per quanto possa ancora interessarci della crescita individuale dei vecchi personaggi, questa decisione risulta pesante e molto ripetitiva.

Dunque, per concludere, perché Élite riscuote tutto questo successo? Semplicemente perché, essendo un teen drama, come dicevamo precedentemente, richiama all’attenzione una gran fetta del pubblico di Netflix e la curiosità di tutti gli adolescenti. Élite ci permette di essere de*** ficcanaso, ci permette sostanzialmente di entrare nel dramma e di farci i fatti dei personaggi e creare gossip. Fondamentalmente, non è un granché, è abbastanza banale come racconto, nonostante il messaggio importante e la denuncia sociale che lancia che insieme alla struttura degli episodi è un punto a favore della serie, che però, per i più attenti, vengono smontati da regia e montaggio in cui notiamo spesso diversi errori che rendono l’intera serie poco curata nel dettaglio tecnico.

Un altro punto a favore che interessa allo spettatore medio della serie è l’aspetto fisico degli attori: ragazze e ragazzi molto curati fisicamente, particolari o stereotipati ma, comunque, affascinanti, che vengono però anche molto sessulizzati, e nonostante la scarsa qualità recitativa (come la maggior parte degli attori spagnoli degli ultimi tempi purtroppo), riescono con il loro bell’aspetto a raccogliere una numerosa fetta di pubblico che spesso si scorda della trama e si sofferma solo sull’estetica (cancellando così anni di storia del cinema ma di questo magari ne parleremo un’altra volta data la mia personale battaglia contro la superficialità nei confronti di qualsiasi prodotto intrattenitivo).

Quindi, se rientrate nel target a cui si rivolge la serie o comunque siete de*** impiccion*, Élite è la serie che fa al caso vostro e vi farà divertire creando curiosità dentro di voi, se invece cercate di qualcosa di più profondo che non si soffermi solo su determinati aspetti, quasi sicuramente questa serie non vi piacerà ma vi farà comunque passare il tempo.

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