“dalla terra a marte” – recensione e analisi del nuovo album dei Rovere

Siamo super emozionati per questo nostro secondo disco, speriamo che arrivi presto luglio per suonarlo dal vivo“: sono queste le prime parole dei rovere, che venerdì 18 febbraio tornano con “dalla terra a marte

“dalla terra a marte” il nuovo successo dei Rovere

Allo scoccare della mezzanotte è stato infatti rilasciato il nuovo album della band indie-pop bolognese composta da Nelson Venceslai, Luca Lambertini, Lorenzo Stivani, Marco Paganelli e Davide Franceschelli. Prima di immergerci nell’album e nei brani che lo costituiscono vorremmo presentare adeguatamente la band, per i lettori che ancora non li conoscono. i rovere sono un gruppo composto, come già detto, da Nelson Venceslai, Luca Lambertini e Lorenzo Stivani. successivamente si sono uniti anche Marco Paganelli e Davide Franceschelli.

due dei componenti sono piuttosto celebri (Nelson e Davide) in quanto parte del canale di Space Valley, su YouTube, che hanno accompagnato la Locanda Della Landa per anni. è grazie a loro che i disastri culinari di parte dello staff non sono culminati in disastri nucleari. i loro folli esperimenti ci hanno salvanto involontariamente la pelle in molti casi (e chi lo sapeva che le uova esplodono nel microonde?!).

i rovere hanno aperto alcuni concerti dei Pinguini Tattici Nucleari e di Eugenio in Via di Gioia. i PTN hanno inoltre collaborato con la band, scrivendo dei testi per le loro canzoni. i tre membri originali, come raccontano in un’intervista, sono rispettivamente uno youtuber, un insegnante e un laureato in medicina (entrano in una locanda— splash) e hanno creato la band nella Dotta Bologna, loro città natale.

rovere

la città, meta di migliaia di giovani (stressati e non) e ricca di ispirazione artistica, ha influenzato profondamente la band, così come il loro modo di raccontare storie attraverso la musica.

difatti, Bologna è anche il titolo di un brano dell’album “disponibile anche in mogano”; la città è raccontata nel contesto di una relazione ormai precaria e destinata a giungere al termine, portando così ad un senso di smarrimento e solitudine, un po’ come quando si sta a Bologna, lontano dal mare. per descrivere la loro amata città, i rovere citano Luca Carboni con “Bologna è una regola“: la città sembra prendere le sembianze di uno stato d’animo, un curioso stile di vita unico e caratteristico, e non cade mai nella banalità.

come voi attenti lettori avrete notato, una caratteristica dello scrivere dei rovere è la mancanza della lettera maiuscola, scelta fatta per donare un senso di eterno e di sconfinato, indominabile, oltre che dalle ferree leggi grammaticali, anche da pause che indichino inizi e fini. abbiamo quindi deciso di implementare questa peculiarità al nostro articolo, seguendo il loro stile e abortendo le maiuscole indesiderate. l’album “dalla terra a marte” è composto da 14 brani tra cui alcune canzoni già precedentemente pubblicate come singoli, tra le quali mappamondo, freddo cane, bim bum bam, lupo e l’ultimissima: crescere.

“dalla terra a marte” il nuovo successo dei Rovere

grazie all’implementazione di svariati generi all’interno delle canzoni, l’album riesce a creare diverse atmosfere, passando dalle emozioni più placide a quelle più intense, pur mantenendo una continuità nel corso dell’album.

rovere – “dalla terra a marte”

i brani, così come il titolo stesso suggerisce, trattano il tema del viaggio e della scoperta che avviene durante l’avventura; il timore dell’allontanamento da casa e dalla confort zone sono il prezzo da pagare per esplorare luoghi ignoti e misteriosi. le canzoni catturano perfettamente l’alienante condizione di melanconia di chi è bloccato in una routine non dissimile ad una gif, destinata ad andare avanti all’infinito, in loop; la condizione di esasperazione che deriva dalla monotonia di quando si riduce l’esistenza umana ad una agenda da seguire.

il tempo scorre inesorabile, e nei testi dei brani si scorge un rapporto conflittuale con esso. si tratta di una figura ricorrente nel mondo dell’arte e nella vita di ogni uomo, il nostro più vecchio antagonista; è un nemico potente ma anche incredibilmente sublime, offre all’individuo l’occasione di rendere ogni sua azione solenne ed importante nel corso della sua brevissima vita.

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questa dualità nel rapporto tra l’uomo ed il tempo ha sfumature vagamente Hemingwayane, facendo cenno alla celeberrima relazione tra il vecchio ed il merlino ne “Il vecchio e il mare”. nella novella vi è un sacrificio sia di tempo che di spazio: si ci allontana definitivamente dalla familiarità per comprendere se stessi e mettere alla prova le proprie capacità, per decidere come si vuol essere ricordati dal mondo.

come già accennato, le canzoni si spostano continuamente da un genere all’altro, creando così una vibrante armonia di emozioni. tutto ciò riflette i gusti dei membri della band: ognuno ha preferenze parecchio diverse, c’è chi non ama la musica italiana, e chi ne è un nerdone, chi si cimenta nella venerazione del pop e del rock, suscitando non poche discussioni durante la creazione delle canzoni, immaginiamo!

in un’era durante la quale la musica indie “sta andando forte“, come Gianni Morandi ci canticchia nel cervello ormai da giorni, questo genere si sta affermando come il nuovo modello di Musica Italiana, una musica dallo stile fresco ma che non fa mai mancare riferimenti a quella del passato.

“dalla terra a marte” il nuovo successo dei Rovere

analizzando singolarmente i brani non possiamo non nominare “crescere”, una sorta di manifesto della voce dei giovinastri odierni, spesso in conflitto con le generazioni più grandi e mature, che li accusano di non prendersi mai le loro responsabilità, di non decidersi a crescere in un mondo dominato dal caos (”tutti gli dèi sono morti”), per fuggire dal quale spesso ci si chiude a guscio e si ristagna nei propri pensieri negativi, desiderando il quieto vivere.

Con la nostra musica e con questo disco offriamo dei dubbi a cui la gente si può aggrappare, in cui si ritrova e con i quali magari cresce anche un po’. In questi due anni siamo cambiati tanto, non a caso l’ultima traccia è precipitare: noi stessi, in questo viaggio, abbiamo allargato gli orizzonti ma siamo anche un po’ caduti e a volte ci siamo schiantati.”

rovere

è di dovere, a questo punto, un cenno ai Pinguini Tattici Nucleari, che hanno inserito il tema del conflitto generazionale nel loro brano scatole .

tra fiabe e citazioni della cultura pop anni ’90 i rovere raccontano il punto di vista di ogni giovane che tra studio, relazioni e piani di vita barcolla ma non molla (nonostante vorrebbe, ma la società non glielo permetterebbe mai).

rovere – brani “dalla terra a marte”

il viaggio, intermezzo tra la monotonia e la sorpresa del mistero, ci porta quindi alla scoperta del nostro posto nel mondo, l’entrata nel grande ingranaggio di cui tutti sembrano far parte.

l’album è spaziale (ba-tunz), fresco ed innovativo, caratterizzato dall’incredibile capacità della band di raccontarsi e raccontare l’amore, nonostante il gruppo sia ancora ai suoi albori.

L’album “dalla terra a marte” è, difatti, la loro seconda raccolta, dopo “disponibile anche in mogano”, uscita nel marzo 2019, ed è acquistabile in formato CD audio e anche in uno splendido formato vinile.

il disco, oltretutto, apre le porte al nuovo tour del 2022 che attraverserà gran parte della nostra penisola. noi qui alla Locanda della Landa aspetteremo in religioso silenzio l’uscita della data che avrà come luogo la nostra capitale.


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