Circe, donna, e dea. L’umanità nascosta dietro il mito

Circe nella mitologia

Chi era?

Circe è una figura della mitologia greca e compare per la prima volta nell’Odissea (X, 210 e sgg.).

«E arrivammo all’isola Ea: vi abitava Circe dai riccioli belli, dea tremenda con voce umana.»

Figlia di Elio e della ninfa Perseide, i suoi fratelli sono Eete (re della Colchide e padre di Medea) e Pasifae (moglie di Minosse e madre di Fedra). Viene esiliata a Eea dove vive in un palazzo situato in un bosco abitato da bestie selvatiche.

L’incontro con Ulisse

Quando Ulisse giunge all’isola di Eea gli pare disabitata, per questo invia in ricognizione parte del suo equipaggio, sotto la guida di Euriloco. In una vallata gli uomini scoprono che all’esterno di un palazzo, dal quale risuona una voce melodiosa, vi sono animali selvatici.

Tutti gli uomini, con l’eccezione di Euriloco, entrano nel palazzo e vengono bene accolti dalla padrona, Circe. Gli uomini vengono invitati a partecipare a un banchetto ma, non appena assaggiate le vivande, vengono trasformati in maiali, leoni, cani, a seconda del proprio carattere e della propria natura. Subito dopo, Circe li spinge verso le stalle e li rinchiude.

«Ed essi di porci avevano e testa e voce e pelie tutto il corpo, ma la mente era intatta, come prima.Così quelli piangenti furono rinchiusi; e a loro Circebuttò ghiande di leccio e di quercia e corniolo,quali sempre mangiano i porci che dormono per terra.»

Euriloco torna velocemente alla nave e racconta a Ulisse quanto accaduto. Il sovrano di Itaca decide di andare da Circe per tentare di salvare i compagni. Dirigendosi verso il palazzo, incontra il dio Ermes, messaggero degli dèi, che gli svela il segreto per rimanere immune ai suoi incantesimi.

Ulisse raggiunge Circe, la quale gli offre da bere (come aveva fatto con i suoi compagni), ma, conoscendo il rimedio alla sua magia, non si trasforma in porco. Avendo vinto il confronto, Ulisse minaccia di ucciderla se non ritrasforma i suoi compagni. Riconoscendo la propria sconfitta, Circe ridà forma umana ai compagni di Ulisse e anche a tutti gli altri tramutati in porci.

Dopo un anno, Ulisse cede ai desideri dei suoi compagni, che vogliono tornare a casa; chiede, dunque, a Circe la strada migliore per il ritorno, e la maga gli consiglia di visitare prima gli inferi e di consultare l’ombra dell’indovino Tiresia. Al ritorno dagli inferi, Circe darà ad Ulisse numerosi suggerimenti su come superare al meglio le successive difficoltà lungo la strada per Itaca.

Circe, Maddeline Miller

Sinossi

Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica.

Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull’isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche.

Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l’ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l’astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell’Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov’è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.

«Il mondo era fatto di misteri, e io ero solo un enigma fra i tanti.»

Il commento di Emi

In Circe, la Miller ci presenta la donna dietro la dea che abbiamo già incontrato nell’Odissea. Fin dalle prime pagine mi sono sentita emotivamente legata a Circe. Una Circe che conosciamo da bambina e accompagniamo nel corso degli anni scoprendone paure, insicurezze e dubbi.

Perché se nell’Odissea abbiamo conosciuto una dea crudele, in questo libro conosciamo la donna che, fin da bambina è stata maltrattata dalla sua stessa famiglia, perché diversa, non “divina” allo stesso modo.

È una lettura che fa male al cuore in alcuni punti, mentre in altri non può evitare di fare nascere un sorriso.Un libro dolcissimo, con un finale perfetto per la storia che ci viene raccontata.

Maddeline Miller

Ha un dottorato in lettere classiche alla Brown University e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale. Il suo primo romanzo, La canzone di Achille, è stato un successo internazionale, ha vinto l’Orange Prize ed è stato tradotto in venticinque lingue.

Pubblicato negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2018, Circe ha scalato le classifiche dei libri più venduti del New York Times e del Sunday Times ed è stato “libro dell’anno” per le principali riviste letterarie americane.


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