Child Wood, una trilogia thriller all’insegna del librogame

Child Wood è una trilogia affascinante e appassionante, con una forte impronta psicologica. Deve comunque migliorare sotto alcuni aspetti

Abbiamo già parlato di libri game e dopo un bel po’ di tempo ho deciso di tornare sull’argomento. Stavolta abbiamo potuto leggere qualcosa in arrivo da una casa editrice conosciuta da poco: Tuga edizioni. La rilegatura e lo stile estetico dei tre libri è un buon inizio. Il contrasto di colori tra bianco, nero e il rosa crea un’armonia ottimale per descrivere un thriller. Anche sé – onestamente – avrei optato più per un rosso mattone rispetto a quello che – ancora adesso – continua a sembrare fin troppo poco utile all’armonia dei colori. Comunque un ottimo lavoro, ma si poteva far meglio a mio gusto.

I tre libri, necessariamente, vanno giocati utilizzando un dado da sei. Partiamo, però, dal primo libro, Child Wood: Il mistero della strega bambina. Questo, premetto, è quello che mi è piaciuto maggiormente. L’ho letto durante le attese a lavoro e negli spazi liberi ed è riuscito a riempire pienamente ogni vuoto della mia giornata. Purtroppo, però, vi è una nota di demerito a mio avviso. In linea di massima si giocano tutti e tre i libri in breve tempo, non un qualcosa di negativo, ma in alcuni punti – per fortuna pochi – la lettura mi è sembrata troppo rapida e poco dettagliata.

Child Wood – Il mistero della strega bambina

Un fattore trascurabile e che lo rende un buon libro per iniziare con i libri game, ma il quasi sembrare troppo di corsa mi ha dato l’idea di un’investigazione troppo poco lenta. Per un libro game con queste aspettative avrei preferito un po’ più di riflessività, ma buono comunque il totale. Essendo il primo capitolo, purtroppo non vi è modo di avere una rigiocabilità a meno che tu non abbia anche gli altri volumi. Anche questa una nota di demerito, seppur cementifichi la saga a dovere.

Con Child Wood: Il destino del cerbiatto rosso sembra esserci più cura nei dettagli – il libro è ben più grosso e colmo di informazioni – ma a mio gusto qui si scende di qualità nel narrato. Si mantiene una scrittura bella matura, ma la storia non mi ha catturato particolarmente. Vi è una buona lentezza di base nelle investigazioni, ma vi è ancora il problema dell’andare troppo di fretta. Un buon secondo libro, che ho gradito così come il primo, ma si poteva far meglio.

Child Wood – Il destino del cerbiatto rosso

Il destino del cerbiatto rosso ha buona ispirazioni psicologiche e riesce a trarre a sé il lettore, ma con me non così tanto come avrei voluto. Ho avuto un buon piglio nel leggere, ma non mi sentivo così tanto catturato, così intensamente preso come vorrei essere nel leggere un libro del genere. Il lavoro, lo ripeto, è buono ma si può fare tanto meglio. Gli autori hanno talento, ma mi sembra quasi siano bloccati da qualcosa. Quasi come se scrivessero con il freno a mano.

Si prova ad accellerare con Child Wood, ma…

Child Wood: La collisione delle realtà sembra affinare – ancor di più – quanto di buono visto nel secondo libro. Stavolta il manoscritto è più smilzo rispetto al secondo, ma ben più grosso rispetto al primo. In questo terzo libro si ha ancora quel sentore di freno a mano tirato, quasi di un limite autoimposto dagli autori. Si prova ad accellerare, ma non a dovere. Il freno a mano continua a spingere sulla fermezza.

Vi è un upgrade narrativo rispetto al secondo libro – questo terzo volume mi ha preso molto di più – ma ancora non ci siamo. La trama non spicca particolarmente il volo, anche perché non sono riuscito a sentire quella sensazione di terrore e di angoscia che mi aspettavo di ricevere dalla saga. Non boccio nulla, ma da parte mia la promozione non arriva a pieni voti.

Child Wood – La collisione delle realtà

Con Child Wood gli autori avrebbero e potrebbero – a mio avviso – fare di meglio. Le illustrazioni all’interno dei libri sono bellissime, ma la scrittura può e deve migliorare. Fabio Antinucci ha talento e si vede, ma credo dovrebbe provare a mettere tutto se stesso nella stesura. In ogni paragrafo l’investigazione mi è sembrata troppo lineare, con pochi colpi di scena e con emozioni che mi sembravano quasi annullate.

Se in futuro dovesse scrivere altro – glielo auguro – spero possa sfondare al meglio. Questa trilogia è soddisfacente e buona, ma non basta. La promuovo? Sì, assolutamente, ma non basta. La consiglio? Sì, vi lascio perfino dove poterla acquistare alla fine di questo paragrafo ma – a mio avviso – vi è il bisogno di riuscire ad elevare il prodotto ancor di più di quanto fatto con questa saga. Le capacità ci sono, ma non sono espresse abbastanza.

Potrai acquistare i tre libri da qui:

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