CHERNOBYL: un vero impatto esplosivo nel mondo seriale

Chernobyl: l’eccellente miniserie HBO sul disastro nucleare degli anni ’80.

Chernobyl è una miniserie televisiva targata HBO che conta solo cinque incredibili puntate scritte e ideate da Craig Mazin e dirette da Johan Renck.

La storia narrata, come si può ben immaginare, ripercorre il disastro nucleare del 26 aprile 1986 nella centrale di Pryp”jat’, a 100 km Kiev, capitale dell’allora Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, al confine con la Bielorussia. Tutti conosciamo la storia di Chernobyl, ma questa serie ce la fa vedere nei minimi dettagli, come se lo spettatore stesso stia compiendo un’inchiesta sulla vicenda e soprattutto da diversi punti di vista.

Infatti, la storia è posta in primis dal punto di vista degli scienziati che lavorano sul caso, come Valerij Legasov, rappresentato in maniera incantevole dall’attore Jared Harris o l’incredibile scienziata Ulana Khomjuk, interpretata perfettamente da Emily Watson e in seguito dal punto di vista politico, rappresentato principalmente dal vicepresidente del consiglio Boris Ščerbina, interpretato superbamente dal John Stellan Skarsgård. I due uomini, vengono mandati a Pryp”jat’ dal Cremlino per studiare la situazione dopo l’esplosione all’interno della centrale e lavorano insieme per cercare le verità che, ovviamente, i responsabili tentano di nascondere.

In seguito conosceremo anche il punto di vista sociale, quindi dei civili, dei soccorsi, della popolazione che vive in prima persona la tragedia quella notte e nei giorni a seguire. Di fatti, la serie, si basa sui racconti reali degli abitanti della città di Pryp”jat’ raccolti nel libro Preghiera per Cěrnobyl’ del Premio Nobel per la Letteratura Svetlana Alexievich e del saggio Chernobyl 01:23:40 di Andrew Leatherbarrow.

La serie, dà anche un commento politico. A dimostrazione di ciò, vengono raccontati i fatti sottolineando molto spesso il pensiero dell’ideale sovietico che è stato, da quanto emerge dalla serie, la causa principale del disastro, oltre che un errore di natura umana, in quanto era un pensiero talmente tossico da preferire la facciata e l’apparenza di un paese forte e potente agli occhi delle altre grandi potenze mondiali con le quali era in contrasto, come gli USA, all’importanza della vita e della salute della sua gente. Infatti, la serie fu criticata in Russia e accusata di calunnia rispetto ai fatti raccontati.

Di base, già la vicenda di Chernobyl, comunemente, tocca molto la sensibilità delle persone, è già di per sé molto toccante, emoziona, incuriosisce e impaurisce allo stesso tempo. In questa serie, l’ideatore Craig Mazin, riesce a creare un’atmosfera che duplica questi sentimenti. Coinvolge il pubblico a tal punto da farlo immediatamente immergere nell’evento. Si catapulta mentalmente a quella notte e il modo in cui è raccontata fa venire letteralmente la pelle d’oca e rimanere senza parole.

I sentimenti e le emozioni che suscita Chernobyl non vengono mostrati solo dalla struttura della sua sceneggiatura quanto anche dalla regia di Renck assolutamente impeccabile e impressionante che da un impatto visivo allucinante alla narrazione. Gli elementi visivi che più rimangono impressi agli occhi dello spettatore sono principalmente la fotografia fredda e cupa che contribuisce a dare suspense alla narrazione insieme all’assenza di colonna sonora e il trucco utilizzato per i vari personaggi.

Per concludere, la miniserie Chernobyl, nelle sue poche puntate, va a toccare la sensibilità dello spettatore, sfrutta dei temi molto complicati in tempi molto difficili. È una lotta tra dubbio e verità, ma a prescindere da ciò, questo prodotto, è talmente dettagliato da non avere difetti tecnici e riesce completamente nell’intento di shockare e lasciare un segno. Infatti è anche filosofica e riflessiva sul rapporto macchina – uomo, malfunzionamento – errore e ci fa rendere conto di quanto in realtà sia l’essere umano stesso pieno di difetti, per un motivo o per l’altro.

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