Recensione del romanzo “Celeste, la bella” della scrittrice Francesca Maffei
Libro: Celeste, la bella
Autrice: Francesca Maffei
Casa editrice: Giovane Holden edizioni
Pagine: 220
Votazione: 5/5
Trama: Romanzo d’esordio che si ispira a una vicenda realmente accaduta a Pisticci, piccola cittadina in provincia di Matera, nella seconda metà dell’800. Francesco Coriglione, avvisato dell’imminente morte del padre, don Pietro, rientra al paese da cui mancava da molti mesi. I rapporti tra i due non sono stati dei più sereni, ma nonostante le colpe che Francesco attribuisce al genitore, è consapevole di non essere immune da responsabilità in una vicenda che ha segnato le vite di entrambi. Mentre gli porge l’ultimo saluto, tra le mani del padre intravede la miniatura di una giovane donna e viene riportato a un passato lontano che aveva cercato di dimenticare per molti anni.
Maggio del 1862, da pochi mesi il Paese è stato riunificato sotto la spinta della spedizione dei Mille. Mentre Francesco è dedito agli studi che gli permetteranno di affiancare il padre e lo zio come speziale nella farmacia di famiglia, non nasconde la sua simpatia per Vittorio Emanuele II. Con l’ingenuità tipica della gioventù è convinto che il mondo stia progredendo verso un futuro in cui non c’è spazio per ridicole convenzioni e pregiudizi.
Per questo, innamoratosi della bellissima Celeste, confida che le resistenze del padre alla loro unione possano venire meno e che dopotutto anche gli attriti tra le due famiglie, i motivi venali che le tengono lontane, possano dissolversi. L’amore, è convinto Francesco, può sistemare ogni cosa. Ma a vent’anni, se è facile sognare, è anche facile perdersi. E una parola non detta, una critica gratuita, una maldicenza stizzosa, possono mutare il corso di un’esistenza.
Ho appena finito di leggere questo libro e mentre ve ne parlo, sono in lacrime. Separarmi da questi personaggi mi ha fatto male al cuore. Se poi mi ritorna alla mente il fatto che sono realmente esistiti, è anche peggio.
Durante la lettura delle prime pagine di questo romanzo, mi sono ritrovata a temere che il libro potesse non piacermi. La storia procedeva lenta e infatti ho impiegato quattro giorni per leggere (all’incirca) le prime 30 pagine (che per i miei tempi sono tanti). Ciò che mi era sfuggito, invece, è che Francesca, mi stava solo preparando al turbinio di emozioni che di lì a poco mi avrebbe travolto.
E infatti la storia è esplosa di colpo. Quasi di punto in bianco mi sono ritrovata a “parlare” con i personaggi, a incoraggiarli e star loro vicino quando ne avevano bisogno, a interrogarli sul motivo delle loro azioni, ad arrabbiarmi – anche furiosamente – quando si sono comportati da perfidi e codardi. Loro vivevano e a me sembrava di esser lì a carezzargli il volto o a prenderli a schiaffi… a seconda del momento, a seconda della persona.
Credo possiate capire quanto sia raro che ci si senta così coinvolti in qualcosa che, in teoria, non ci appartiene. E, sia ben chiaro, con questo non voglio dire che le cose solitamente ci scivolano addosso, ma sono poche quelle che lasciano davvero il segno. Ho letto tantissimi libri e altrettanti mi sono piaciuti, ma quelli che sento sempre vicini al mio cuore sono pochi. Quello di Francesca, credo proprio che sia uno di questi.
L’autrice, con le sue parole, ha reso immortale un amore che esigeva di esser narrato e così, in un certo qual modo, vissuto. Il suo modo di scrivere è elegante, perfettamente inerente all’arco temporale in cui è ambientato il suo racconto.
Non voglio farvi spoiler – perché quando un romanzo mi piace tanto e sento l’estrema necessità di parlarne, è questo il rischio in cui incorro – per questo il mio commento termina qui.
Ho scritto questa recensione di getto e non so esattamente cosa ne sia venuto fuori. In cuor mio, spero solo di esser riuscita nell’intento di trasmettervi le bellissime e nel contempo struggenti emozioni che questo libro mi ha suscitato.
Vi lascio con la citazione che più di tutte mi ha colpita:
“quando l’amore dimentica qualcosa dietro di sé, prima o poi, torna sui suoi passi per riprenderselo.”
(Celeste, la bella – un romanzo di Francesca Maffei)
– Inkheart
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