Cathexis – La morte e il capitalismo (Spoiler)

Cathexis – La oneshot introspettica di Murai


Ultimamente cercavo qualcosa da leggere a tempo perso. Magari una oneshot o qualcosa con pochi volumi, così da riempire quel piccolo spazio vuoto all’interno della mia routine.
Girovagando per il web e filtrando per “Oneshot” su un determinato di cui, per correttezza, non farò nome mi sono imbattuto in qualcosa di abbastanza curioso.

Prima tavola di Cathexis

Attenzione: questa recensione è colma di spoiler riguardo la Oneshot Cathexis. Fermatevi qui se non volete privarvi dell’opportunità di leggerla voi stessi.


La oneshot in questione, come potrete dedurre dagli svariati titoli dell’articolo, si chiama Cathexis. Presumibilmente, come troverete anche su Wikipedia, il nome deriva dalla parola Catessi che va a definire un termine psicanalitico utilizzato per indicare l’investimento di forze mentali o emotive verso un oggetto, persona, o idea. Il processo di abbandono di questo forte interesse viene definito come “ritiro della catessi” o “decatessi”.

Seconda tavola di Cathexis

La cosa curiosa di questa Oneshot è che, pur volendo, non si trovi quasi nulla riguardante il suo autore sul web. Stento ancora a cercare qualcosa che possa riferirsi o anche solo richiamare ad esso. Zero totale, neppure un misero social.
Perfino dell’opera stessa si sa poco, a parte che sia stata pubblicata nel 2012 e che sia composta da solo 13 pagine effettive. Di cui ne posterò unicamente 12 per evitare qualsivoglia spam a terzi “non pubblicati” ufficialmente.

Terza tavola di Cathexis

Come potrete notare dalle tre tavole precedentemente postate quassù, e da quelle che posterò dopo, il richiamo estetico con il famosissimo fumettista LaBadessa è abbastanza marcato. Forse anche la leggerezza e la tranquillità con cui determinati argomenti vengono trattati.
Già dalla prima vignetta quel che appare alla vista è direttamente l’argomento più forte che si possa trattare: la morte.

Quarta tavola di Cathexis

Come potrete notare dalle tavole, difatti, il protagonista si ritrova a trattare la propria volontaria morte come se fosse un qualcosa da nulla. Non si può, però, parlare di suicidio.
In modo alquanto insolito, penso si possa definire tutto ciò come un’eutanasia naturale. Fa strano anche a me parlare di eutanasia, un processo non propriamente definibile come naturale, come un qualcosa che accada così dal nulla.

Quinta tavola di Cathexis

All’uomo, dalle fattezze di un uccello, appare un Dio della morte: lo shinigami. Esso gli parla del tutto come se fosse il Dio stesso il mezzo effettivo con cui perpetuare questa cosiddetta e rinominata da me, solo per l’occasione, eutanasia.
Il Dio propone all’uomo un prezzo, che nella vignetta viene censurato, per il costo della sua morte.

Sesta tavola di Cathexis

Di controbbalzo, quasi stizzito, l’uomo risponde dicendo che a suo avviso la cifra fosse troppo elevata da pagare subito ma, in ogni caso, senza rifiutare e dicendo che avrebbe comunque pagato la somma lavorando nel tempo. Aggiungendo che, rivolgendosi allo Shinigami, non avrebbe dovuto vendere la possibilità della propria morte a nessun’altro.

Settima tavola di Cathexis

Lo Shinigami, in maniera repentina, gli dice che avrebbe mantenuto la proposta solo e soltanto per lui. La chiamata dunque finisce.
Si passa ad una fase di transizione, dove con “voce” narrante l’uomo parla di come avrebbe iniziato a lavorare. Un veloce timeskip si svolge sulle tavole seguenti, che mostra tutte le tedianti e continue angherie che la vita ha continuato a riservare all’uomo affinché esso potesse raggiungere il proprio obiettivo, ossia la morte.

Ottava tavola di Cathexis

Un commento narrante termina il timeskip, in cui l’uomo dice che tutto e tutti intorno a lui iniziava a cambiare. Tutti cambiavano vita, si sposavano, facevano figli… però per lui nulla cambiava, il voler andare verso la morte resta comunque il suo desiderio più forte.

Nona tavola di Cathexis

Ci ritroviamo, dunque, davanti ad una versione invecchiata dell’uomo. Il volantino dello Shinigami, così come l’uomo stesso, si ritrova ad essere rovinato e corroso dal tempo.
L’uomo alza nuovamente il cellulare e fa il numero, intorno a lui si vedono i guadagni di una vita, e quasi stupito lo Shinigami gli dice che sia riuscito davvero a raccogliere tutti quei soldi. Che lo avesse controllato per tutto il tempo, tutto ciò coronato da delle risate sinistre che coronano la scena.
L’uomo, stupito, si chiede che senso abbia avere un Dio della morte che veglia su di lui.

Decima tavola di Cathexis

Lo Shinigami fa notare all’uomo che, arrivato al suo obiettivo, lui si ritrovi ad avere in quel momento un’espressione felice. Da qui inizia un discorso riguardo a quanto, paradossalmente, quell’uomo sia effettivamente felice di aver raggiunto finalmente la morte.

Undicesima tavola di Cathexis

A quel punto, con voce narrante, l’uomo racconta di esser morto.
Al suo posto compare una nuova voce narrante, presumibilmente riconoscibile come quella del nostro cantastorie per l’occasione Murai, che parla di come le uniche tracce lasciate dalll’uomo fossero quelle di una vita comparata ad un’esistenza terribile. Di cui l’uomo stesso non avesse minimamente compreso nulla.

Dodicesima e ultima tavola di Cathexis

Vi risparmio la pagina finale, proprio per via della presenza di spam non propriamente legale, dunque vi riporto la nota che viene mostrata.

Qual è per voi la chiave di lettura o la morale della storia?

Cathexis

Siamo arrivati al finale e, a mio avviso, penso che la morale possa esser riconoscibile unicamente in ciò che il lettore percepisce dal racconto stesso.
A mio avviso, i significati sono tanti. A partire da come il capitalismo possa permettere chiunque a far qualsiasi cosa pur di arrivare a ciò che desiderano, arrivando addirittura a toccare temi quale l’esortazione a far qualcosa della propria vita perché essa si ritrovi ad esser unica. Finendo, con quello che penso sia il significato più importante per me, che la morte sia un qualcosa che non dovrebbe esser desiderato.


Un qualcosa che dovrebbe rimaner chiuso in una scatola e venir preso unicamente per l’occasione più consona: il proprio momento. Già, perché vivere una vita di decadenza morale si trova ad esser ancor più terribile, comparando il tutto a come la vita sia già di per sé decadenza fisica.
Ho voluto utilizzare il termine “eutanasia naturale” nel testo parlando dello Shinigami, perché in questa Oneshot, a mio avviso, viene mostrato un significato ben più terribile ossia l’essere umano che affida la propria vita ad entità superiori, perdendone vigorosamente il controllo, e ritrovandosi in balia degli eventi.


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