BORAT: il genio del politicamente scorretto

Borat: il personaggio più pungente che ha provocato e divertito il grande pubblico.

Il personaggio di Borat è stato creato dal brillante comico Sacha Baron Cohen la cui prima apparizione risale al 1996 all’F2F, una chat show per giovani. Baron Cohen lo porterà, in seguito, anche nelle serie tv satiriche Da Ali G Show.

Prime apparizioni in tv

Nel 2006 esce la commedia documentaristica Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan e il seguito Borat – Seguito di film cinema nel 2020, nonostante la situazione pandemica a causa del Covid19.

Il sequel di Borat

La trama del film consiste sostanzialmente nel raccontare un viaggio alla scoperta degli usi e dei costumi statunitensi che affronta il giornalista Kazako Borat Margaret Sagdiyev, la cui bislacca storia della sua vita viene rivelata all’inizio del primo film (non spoilero).

Queste pellicole sono molto particolari, in primis per il modo in cui vengono presentati dai registi Larry Charles e Jason Woliner. I film, infatti, vengono girati come se fossero dei documentari. Si tratta di un metà-spettacolo che si basa completamente sull’improvvisazione, quindi i movimenti di camera avvengono in maniera pura senza troppa tecnica e artificiosità, come avviene nei servizi dei giornalisti d’assalto. La fotografia rispecchia quelle che erano le vecchie telecamere che si utilizzavano nei primi anni 00′, quindi con una qualità “casereccia” che gioca più che altro su luci naturali.

Questa naturalezza è dunque il fondamento di questi due prodotti cinematografici che potrebbero benissimo essere una sorta di neorealismo contemporaneo adattato alla tecnologia e a quelli che sono i codici culturali corrispondenti al ventunesimo secolo.

Borat e sua figlia

L’immensa genialità di questo prodotto sta nella capacità di far riflettere il pubblico su quella che è l’ipocrisia del “sogno americano” ai giorni nostri utilizzando la spontaneità e la risata. Il talento di Sacha Baron Cohen è quello di utilizzare uno stereotipo per affrontare una denuncia sociale agli stereotipi stessi e alla falsità di ciò che ci viene inculcato tramite i media.

La comicità che ci viene posta davanti non è per niente tossica, come si potrebbe pensare seguendo il politically correct, ma è studiata proprio per provocare quelli che sono i fenomeni di estremizzazione della cultura odierna, facendo trasparire, in realtà, che ciò che è comunemente deriso e discriminato è più sano del pensiero conformista chiuso che ha la maggioranza.

Borat dietro tutti suoi “basciuz“, i suoi “uauauiuoua” e le sue battute politicamente scorrette fa emergere tutte quelle piccole intolleranze delle società che ci circondano, falsate dai media, dalla politica e dalla stereotipizzazione. Sacha Baron Cohen e gli sceneggiatori mettono a nudo i vari personaggi che sono veramente convinti di star parlando con un giornalista proveniente dal Kazakistan. È una sorta di candid camera che fa affiorare la spontaneità che si nasconde dietro quelle finte verità di cui ci riempiono costantemente.

A causa dell’estrema esagerazione di parole e azioni del protagonista principale la produzione è stata spesso oggetto di polemiche e denunce da parte di molti dei personaggi reali, ignari del prodotto al quale stavano partecipando, accusandoli di diffamazione, razzismo, sessismo, appropriazione culturale e chi più ne ha chi più ne metta.

Ma Borat è davvero una merce machista e razzista che punta solo all’offesa verso quello che è considerato “diverso”? Assolutamente no. Questa è solo la visione di individui che non riescono ad oltrepassare i limiti del politicamente corretto, che per lo più va a censurare quello che è letteralmente la realtà di oggigiorno (vedi articolo sul politically correct). Lo scopo dell’estremizzare di Borat è proprio quello di combattere tutto ciò che è un cliché, un luogo comune. Lo scopo di questi film è quello di abbattere dei muri che fanno parte di una cultura circoscritta, chiusa e condizionata.

In sostanza, funziona proprio perché è in grado di far cedere alle provocazioni. Il punto focale di Borat è quello di denunciare una comunità stereotipata, dalla comunità kazaka presentata all’inizio alla critica alla politica intollerante realmente razzista, sessista e classista dell’ex governo Trump che veniva invece portato avanti come un qualcosa di giusto e rivoluzionario.

Parodia di Trump

Lo strumento di cui si serve la produzione è la disinvoltura, la follia, il sarcasmo, il black humor (che prende in giro Sacha Baron Cohen stesso date le sue origini ebraiche, israeliane e armene) volte a celare quella che è una riflessione sulla conoscenza di ciò che ci circonda, sottolineando il fatto che non sempre i media sono affidabili, non sempre la realtà che ci viene messa davanti è veritiera, ma molto spesso è frutto di menzogne a scopo manipolativo.

Borat.

E voi cosa ne pensate del politically correct e di Borat? Fatecelo sapere nei commenti e seguiteci su @nerds_bay