Attack on titan – “My War”, la colorata battaglia degli innocenti

Attack on titan – Analizziamo l’opening “My War”


Esattamente metà anno ci separa dall’inizio di quella che si presuppone possa essere l’atto finale della famosissima serie di Hajime Isayama.
Tanti i punti calienti dietro questo rush verso la conclusione, che si preannuncia avvincente e, se sono vere le voci di un possibile cambio di trama sul finale rispetto al manga, abbastanza curioso.
Dato che non mi piace restare in attesa senza far nulla, apprezzando molto questa serie, oggi parliamo di quell’ultima opening che ha già fatto tanto parlare di sé. Così, de botto, senza senso, si.

Attack on Titan Season 4 (Final Season) - Opening | My War

Questa sigla, sin da subito, fece parlare di sé. Sia per i colori sgargianti delle animazioni, che per la differente musicalità rispetto al passato. Molte persone si sono lamentate, figuratevi che in tanti hanno flammato i produttori e ancora continuano a farlo, solo perché non gradivano il cambio repentino sui suoni che dovrebbero, a conto loro, rappresentare la violenza di Attack on titan stesso.
Personalmente, trovo invece che ogni singola dannata OST di quest’opera sembri cucita maniacalmente sul contesto in cui riversa ogni singola stagione e che perfino Red Swan, l’opening più criticata per via del suo esser la più “leggera”, si ritrovi ad esser perfetta per parole e filmati mostrati.

My War, copertina della prima parte dell’ultima stagione, non è da meno e, anzi, rilancio: secondo me non poteva esservi miglior scelta per raccontare ciò che accade. Non sto qui a raccontarvi nulla per rendere fruibile l’articolo anche a chi non ha ancora visto questa serie o l’anime, voglio incuriosirvi tutti con qualcosa di spoiler free.
My War rende Attack on titan ancor più crudo e cruento di quanto già fosse, allontanando le sanguinarie prime stagioni e avvicinando un immenso lavoro di tenuta psicologica che, a mio avviso, si trova ad essere uno tra i migliori dell’ultimo decennio.

Eseguita magistralmente dai Shinsei Kamattechan, rock band natia di Chiba (Giappone) creatasi nel 2007, My War unisce la violenza della guerra al dramma colorato portato a visione attraverso le animazioni.
Per quanto lo scoppiare dei colori possa sembrare meraviglioso, se visionato superficialmente, facendo più attenzione si potrà notare la cruenta esposizione di quanto raccontato dal testo. Un testo che racconta di vite spezzate dalla guerra e di bambini che cercano di resistervi provando ad affidarsi a ciò che sanno ma che crollano inesorabilmente per colpe che non hanno e che si ritrovano a dover espiare attraverso una distruttiva sorte. Psicologicamente parlando, penso che quest’ultima opening si ritrovi ad essere quella con maggiore impatto.

Molti i parallelismi tra l’immaginario di Attack on Titan e lo storico della vita reale in questo breve minuto di agonia. Un solo minuto e poco più, che si spreca tra, forse voluti, paragoni con l’Olocausto della Seconda Guerra Mondiale ma che si ritrova ad avere un finale ben più macabro e privo di alcuna logica: la morte prematura di migliaia di persone, descritta e vissuta dagli occhi innocenti e traumatizzati dei bambini.

Non ci resta solo che guardare il tutto con occhi vitrei, mentre ci viene ricordato che il vero nemico siamo noi. Già, perché finché non avremo un minimo di tolleranza l’un l’altro e non sapremo evitare di farci del male a vicenda potremo unicamente star qui fermi ad osservare il circolo d’odio creato dall’umanità stessa.


Anche per questo articolo è tutto, voi cosa ne pensate e come avete interpretato questa Opening di Attack on titan? Vi piace? Cosa ne pensate delle altre opening? Fatecelo sapere nei commenti!

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