Attack on titan, finisce il manga: lacrime, ma di amarezza. (2021)

Attack on titan – il manga volge al termine!

Il giorno più atteso e che, allo stesso tempo, speravo non arrivasse mai è dunque giunto. Nella nottata di ieri è arrivato, dopo giorni e giorni di attesa tra leak continui, il capitolo finale di Attack on titan: il 139.

Capitolo che, di sicuro, ha lasciato a tutti l’amaro in bocca. Infatti, chi per un motivo e chi per un altro, una divisa community di fan dell’omonima serie si è ritrovata accomunata dalla medesima situazione. Un amaro in bocca che portato a gran parte dei manga reader un odio, abbastanza ingiustificato a mio avviso, per come gli avvenimenti della gente di Paradis si sono conclusi.

Oggi, dunque, manterrò la parola data. Mi ero ripromesso che avrei scritto questo articolo restando imparziale e cercando di essere il più obiettivo possibile cosa che, nonostante il dolore immenso che questa opera mi abbia lasciato, farò.

Attenzione: questo articolo contiene spoiler. Dunque, fermatevi qui nel caso in cui vogliate godervi l’opera al meglio.

Una delle tavole iniziali del manga – Attack on titan

Attack on titan nasce dalla matita di Hajime Isayama nel come opera con un solo capitolo autoconclusivo, che fu proposto inizialmente al Weekly Shonen Jump. Isayama, però, a seguito di pressioni sul dover modificare il prodotto per venir incontro ai gusti dei lettori decise di far saltare tutto e si affidò alla Kodansha, dove si può dire abbia fatto il botto.

Difatti, le uscite di AoT furono ed hanno continuato ad essere pubblicate sul magazine dell’omonima casa editrice nipponica.

Una storia totalmente differente da quel che ci si aspetta da AoT quella della oneshot autoconclusiva che, per comodità, andremo a chiamare Capitolo Zero.

Difatti, poche sono i richiami all’opera finale, tra cui la presenza dei giganti. Tra disegni opinabili e abbastanza inquietanti, a mio avviso, Isayama muoveva i suoi primissimi passi verso la creazione di questa opera.

Quell’albero, dove tutto è iniziato. – Attack on titan

Quando si pensa ad Attack on Titan si pensa sempre a due cose: il faccione del Gigante Colossale e a quanto irritante possa essere, inizialmente, Eren.

Diciamocelo, Eren è sin dall’inizio quel protagonista che gradiresti prendere a cazzotti ogni 5 secondi. Il suo fare, sin dal primo capitolo, è uguale a quello di un bambino sul pullman che gradiresti cadesse con la faccia a terra per poi sentirlo piangere: lamentoso, perennemente ad urlare e con un’indole così violenta che due ceffoni se li meriterebbe anche solo senza dire nulla.

Okay, sua madre è stata uccisa davanti ai suoi occhi da un titano ma… diamine!

Crescendo, purtroppo, Eren mantiene gli stessi tratti. Perfino in punto di morte, quando diventa involontariamente per la prima volta un titano.

Fortunatamente, con l’avanzare dei capitoli il suo personaggio si fa sempre più interessante, di cui parlo anche nella Top 5 migliori personaggi di AoT, arrivando addirittura a diventare leader di un corpo ribelli, gli Jaegeristi.

Eren diventa per la prima volta un gigante. – Attack on titan

Una delle cose che ho sempre gradito di questa storia è che, ogni volta, ho fatto realmente fatica a capire chi fossero i reali antagonisti. Se per un periodo si poteva dire che il culto delle mura o i giganti rappresentassero i reali villain, andando sempre più avanti si susseguono più rappresentazioni del male in questa serie.

Basti pensare che si è partiti con il vedere il Colossale e il Corazzato comparire, così dal nulla, credendo facessero parte dei titani puri e dunque mossi dalla semplice voglia di mangiare esseri umani, a intrighi religiosi durante la saga del Gigante Femmina.

Quest’ultimo ha potuto farci, dunque, arrivare al punto di credere che il vero nemico fossero persone arrivate da non si sa dove, confermato anche dall’arco narrativo in cui si scopre che Reiner e Bertholdt fossero parte di un gruppo di traditori e fino ad arrivare a vedere antagonisti addirittura dentro i corpi militari e la monarchia stessa durante l’arco della Rivoluzione dove Historia riacquisisce il ruolo di Regina che spettava alla sua famiglia.

Figuriamoci, inoltre, se i nemici siano finiti. Dopo la battaglia di Shiganshina e la relativa conquista dello scantinato del padre di Eren, si scopre che oltre il mare vi è il continente dominato dalla vasta nazione di Marley da cui provengono Annie, Reiner, Bertholdt e Zeke. Ma qui le cose si infiammano dato che, a poco a poco, si scopre che Zeke sia il fratellastro di Eren e che Grisha, padre di Eren, provenisse da Marley stessa. Da questo momento in poi tutto inizia ad avere più senso.

Vari flashback ci informano su vari cambi tra le fila dei Nove Giganti che, onestamente, preferisco risparmiarvi. Ah, come non menzionare la suddivisione per campi e ranghi che i soldati Marleyani riservano agli Eldiani che, addirittura, vengono utilizzati come armi in guerra (vedi Reiner&company).

Arrivati qui, Eren sembra continuare la totale discesa nella follia che aveva iniziato nel post decesso di Hannes. Lo conferma la battaglia di Liberio, dove si infiltra tra le fila dei Marleyani, scatenata da lui stesso dopo aver oltrepassato quel mare che indicava come quel qualcosa che lo divideva dai suoi nemici.

Ironia della sorte il mondo stava già cercando, proprio a Liberio, di coalizzarsi contro gli Eldiani presenti sull’Isola, che ormai possiamo chiamare con il suo vero nome Paradis, e che Eren sfrutta per poter rubare il Gigante Martello.

Questa sua bravata, però, gli costa cara. Difatti, due prospetti tra i futuri guerrieri Eldiani tra le fila di Marley riescono ad infiltrarsi sul dirigibile su cui Eren viene recuperato, arrivando ad uccidere uno dei personaggi più memati della serie… Sasha.

A questo punto il vero villain diventa Eren stesso. Dopo la morte di Sasha inizia un crollo psicologico che, come detto prima, lo porta al momento in cui, complice il dover trovare Zeke per sbloccare il potere del Fondatore, arriva a diventare comandante dei ribelli definiti Jaegeristi.

Reiner e Bertholdt rivelano di essere i traditori. – Attack on titan

L’arco finale ha del folle e del geniale. Eren, in barba al piano di sterilizzazione di massa degli Eldiani ideato da Zeke, decide di liberare i giganti presenti nelle mura dell’Isola. Si, perché non l’ho detto prima ma le mura sono da sempre state piene di giganti colossali.

Eren, dunque, libera le mura rilasciando sul pianeta una piaga così forte che potrebbe spazzar via qualsiasi cosa.

Eren e il suo Fondatore guidano la marcia dei Colossali. – Attack on titan

Bene, siamo arrivati al momento che realmente più aspettavo. Il capitolo finale.

Volutamente ho deciso di mantenermi sul vago in vista di questa parte. Molti hanno criticato il finale, ritenuto da molti troppo soft, ma vorrei fare un paio di considerazioni prima di parlare di cosa va ad accadere.

Quando guarderete o leggerete AoT, se incuriositi da questo articolo prendetevi qualche secondo. Prima di valutare la storia ricordatevi che AoT non nasce come un qualcosa che deve avere solo del sanguinario.

Nel corso di 139 capitoli si susseguono numerose situazioni e tra intrecci politici/religiosi, morti inaspettate e battaglie catalizzanti lo sviluppo dei personaggi e di tutto quello che vi è intorno è continuo.

Seppur io abbia definito alcuni pg peggiori, si può dire con certezza che l’impronta data da Isayama sin dal primo momento sia quella di un racconto che va a valorizzare il prodotto finale costruendosi mattoncino dopo mattoncino e senza lasciare nulla al caso o buchi di trama.

Molti si aspettavano un finale sanguinario ma, a mio avviso, ciò che si è visto è il perfetto finale di un’opera che riesce a dare freschezza al concetto di tempo negli anime e nei manga. In questo progetto Isayama è riuscito a coniugare bene Passato, Presente e Futuro. Non mi linciate per la battuta, mi sono reso conto in corso d’opera che fosse comicità di bassa lega ma, vi assicuro, non era voluta!

Levi che saluta, per l’ultima volta, i suoi compagni caduti in battaglia. – Attack on titan

Il finale di Attack on titan rende tutto quanto un Capolavoro, a mio avviso. Per quanta amarezza mi abbia lasciato scoprire i motivi per cui Eren abbia deciso di liberare i giganti, egoistico e allo stesso tempo altruistico nel farlo.

Eren, nel corso della conversazione finale con Armin che caratterizza questo capitolo svela di amare Mikasa e apertamente che il Titano Fondatore è capace di condizionare avvenimenti passati e futuri arrivando a dire che, in quel limbo dove Passato e Futuro scorrono all’unisono, ha dovuto toccare lui stesso gli avvenimenti passati impedendo al Gigante che ha divorato sua madre di mangiare Bertholdt, spiegato dunque il perché fu ignorato quest’ultimo, mandandolo lui stesso verso la donna che lo ha messo al mondo.

Molti si sono chiesti il perché lo abbia fatto ma, purtroppo, la soluzione è semplice. Eren ha dovuto, poiché bloccato in un loop, piegarsi al destino. Se non avesse fatto morire sua madre l’Eren di quel tempo, probabilmente, non avrebbe trovato la forza necessaria per combinare tutto quello che ha fatto e liberare il popolo Eldiano.

Il gigante sorridente ignora Bertholdt. – Attack on titan

Dopo la morte di Eren, nonostante il numero gigantesco di decessi, paradossalmente il mondo si trova ad essere bilanciato. Senza il potere dei giganti, Eldia si ritrova ad essere militarmente al pari delle altre e, grazie ad Armin, a cui Eren ha concesso la nomea di colui che lo ha ucciso, anche la fiducia delle nazioni rimaste.

Unica pecca? Il far tornare le persone tramutate in titani in forma umana mi ha lasciato interdetto. Seppur sensato, anche io stesso avrei preferito vedere Reiner arrivare alla sua agognata morte. Ma, per fortuna, tutto si è svolto in piena coerenza.

Il capitolo termina con Mikasa sotto un albero, quello da cui tutto per Eren è partito, accanto alla lapide in cui è sepolto il suo amato o, almeno, la sua testa. Un uccello si ferma accanto a Mikasa, desiderosa di rivedere Eren, e le aggiusta la sciarpa lasciandola in lacrime. In mezzo a quel pianto ininterrotto, Mikasa ringrazia Eren per averle messo quella sciarpa al collo.

Un amore mai portato a compimento, che riecheggia nel dolore e nell’amarezza. – Attack on titan

In definitiva, cosa si può dire di Attack on titan? Io penso che un vero nemico fisso non esista, ma che esso sia unicamente visibile nella soggettività di ognuno di noi. Ognuno di noi ha delle proprie idee, un qualcosa in cui crede o per cui combattere. Che Eren abbia sbagliato o meno, qualunque sia la nostra opinione, combatteva per qualcosa in cui ha sempre creduto… La libertà.

Eppure Eren stesso non ha mai avuto ciò e non ha mai potuto ottenerla per se stesso. Dal mio punto di vista il vero antagonista di Attack on Titan è il fato, che ha reso Eren schiavo della libertà e vittima sacrificale per ottenere quella altrui.

Quella dei suoi amici, che sono rimasti in vita grazie ai gesti di uno scellerato rinchiuso in una gabbia troppo più grande di lui, da cui ha potuto vedere l’amore della sua vita scivolargli via.

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