Un’Esperienza che ti Cattura
Aquadine è la recente graphic novel creata da SoftColors e Ratalaika Games e disponibile in diverse piattaforme quali Nintendo Switch, PlayStation, Xbox e Steam che ho personalmente potuto provare nel corso delle ultime settimane.
Nonostante l’assenza totale di azioni da parte del giocatore, in quanto non si possono scegliere diverse risposte per i dialoghi né tantomeno svolgimenti differenti, la storia ti colpisce fin da subito. Incontriamo per primo Ciel, un giovanissimo e famoso gondoliere di Aquadine che ha deciso di perseguire tale carriera per riuscire a pagare la permanenza in ospedale della madre, in passato anche lei gondoliera della città e ad oggi affetta da una misteriosa malattia che le colpisce la vista.
Nessun medico riesce a comprenderne la causa, ma Ciel non demorde e se ogni soldo guadagnato può dare più tempo agli esperti per trovare finalmente una diagnosi, allora è disposto a fare qualunque cosa. Ciò che però la maggior parte di Aquadine non sa è che sotto il falso nome di Ciel si nasconde l’identità di Robin Liyun, ragazzo che, secondo le voci che girano in città, avrebbe da tempo lasciato la professione di gondoliere per dedicarsi solo allo studio.
Ma cos’ha Aquadine di tanto speciale? Sicuramente la storia che intinge ogni angolo e ogni ciottolo della città. Secondo le leggende, infatti, sarebbe esistita in passato una civiltà di creature semi-umane che, per un certo periodo di tempo, avrebbe vissuto in totale armonia con gli abitanti della zona. Con il passare degli anni, però, l’astio per la diversità sarebbe cresciuto, causando la scomparsa di tali esseri marini insieme al proprio sovrano, Levios.
Che cosa succede, però, quando Robin/Ciel incontra proprio una di queste creature alla fine di un turno lavorativo? Un mondo fatto di dolore, cuori spezzati e speranza si apre davanti ai suoi occhi pronto per essere scoperto mentre un nuovo gruppo di amiche gli sarà accanto in ogni singolo istante.
Un’Ottima Caratterizzazione
Devo essere sincera: ero partita prevenuta e questo perché sono oramai abituata a scelte vitali e decisioni complesse all’interno dei videogiochi. Eppure l’esperienza di gioco è filata molto liscia. Ho adorato ogni singolo personaggio (anche se Anya e Cameron restano le mie preferite) che ho trovato approfondito il giusto senza scelte narrative troppo prolisse. La storia è piena di colpi di scena e ti tiene costantemente incollat* allo schermo desideros* di saperne sempre di più.
Nonostante la storia principale sia di per sé già abbastanza lunga, ho comunque trovato vincente l’idea di aggiungere una route specifica per ogni singolo personaggio. Dato che alcune situazioni non sono ampiamente sviluppate nel corso della main run, ciò ti dà la possibilità di conoscere traumi, passati incrinati e paure di personalità che, all’apparenza, sembrano non avere alcun tipo di problema.
Basti pensare a Elisabeth, la giovane cantante dalla voce celestiale che si trasferisce ad Aquadine per proseguire gli studi. All’apparenza dolce e con uno stomaco di ferro (perché si sa, il cibo è una delle più grandi meraviglie del mondo) nasconde dietro di sé una forte ansia e paura del confronto che fanno di lei molto di più di una semplice bella statuina.
O alla grintosa Cameron. Nonostante sia il capitano della squadra di arti marziali, sta ancora lottando costantemente contro le ingiustizie e il timore di non riuscire ad aiutare chi le sta accanto. L’idea di non essere abbastanza è subdola: si insinua piano piano fino a farti perdere il legame con la realtà.
In generale, se amate le esperienze chill, ma non scontate, non posso che consigliarvi Aquadine. La cultura che viene costantemente ripresa all’interno della storia poi è in grado di farvi viaggiare con la mente verso mondi, forse, non così tanto immaginari.
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