Anime e cartoni animati. È davvero necessario distinguere i due termini?

Anime e cartoni animati. È davvero necessario distinguere i due termini?

Anime e cartoni animati. È davvero necessario distinguere i due termini?

Quante volte ci siamo ritrovati in mezzo al dibattito che vede la distizione tra anime e cartoni animati come soggetto principale? Tante, troppe. In questo caso ci saremo sicuramente imbattuti in quei soggetti che reputano i cartoni animati come prodotti totalmente diversi dagli anime, oggettivamente inferiori sia a livello di animazioni, sia a livello di trama, caratterizzazione di personaggi e nell’affrontare determinate tematiche più adulte. Dall’altra parte, invece, troviamo coloro che non ritengono vi sia distinzione tra anime e cartone animato e che i due siano semplicemente coincidenti. 

Oggi vorrei portarvi una riflessione riguardante questo tema e sul perché penso sia non necessario distinguere i due termini.


Anzitutto, partiamo dai termini. Il nostrano “cartone animato” nasce con i primi prodotti d’animazione, realizzati tramite l’uso di cartoncini sul quale venivano rappresentati i disegni e fatti scorrere in sequenza, rendendoli perciò dei disegni animati. Il termine “Anime” invece, nasce più o meno recentemente in Giappone come evoluzione del termine テレビマンガ (terebimanga, manga televisivo), ed è un’abbreviazione del termine giapponese animeshōn (da animation, animazione).

Fatta questa piccola premessa, vorrei rivelare una cosa sconcertante da studente di giapponese, soprattutto ai puristi del mondo otaku (rabbrividisco ad usare questo termine): la parola “anime” in Giappone viene usato per qualsiasi prodotto animato. Già, avete letto bene, qualsiasi, che sia un prodotto locale o estero, sempre di anime parleranno. Ricordo che rimasi abbastanza confuso la prima volta che lo scoprii quando, ascoltando un’intervista ai giapponesi di vecchie e nuove generazioni riguardo i loro prodotti d’animazione preferiti, una persona rispose con「アナと雪の王女」(Ana to yuki no ōjō), ossia Frozen, il film d’animazione targato Disney.

Inizialmente pensavo si fossero semplicemente sbagliati, ma a smentire il mio pensiero furono alcuni miei conoscenti giapponesi che confermarono, per l’appunto, che da loro “anime” viene usato per tutto. E se una testimonianza orale non vale come fonte, cercando su siti ufficiali giapponesi di vari network televisivi, è possibile notare che prodotti locali ed esteri vengono suddivisi tra アニメ (anime) e 海外アニメ (kaigai anime, anime stranieri) oppure sottolineandone la provenienza (ad esempio アメリカのアニメ, ossia prodotti d’animazione americani). L’accezione e l’uso del termine, quindi, è simile, se non uguale, al nostrano “cartone animato”.

Ma allora perché gli italiani si sentono così riluttanti ad usare questo termine? Di primo acchito potremmo parlare di semplice comodità, per distinguere in maniera rapida un prodotto nipponico da uno di altra provenienza. Ma la verità potrebbe essere ben altra, figlia di un problema già insito nella nostra società: molti ancora pensano che i cartoni siano da destinarsi ad un pubblico infantile. Non è la prima volta che si assiste ad opere  le cui tematiche vengono smussate e adattate in modo che siano maggiormente fruibili per i più giovani, attraverso un uso, anche massiccio, di censure dove necessario.

Parliamoci chiaro, non è la prima volta che in Italia si discute su questo tema e, purtroppo, molto spesso, tra le due fazioni inizialmente descritte nascono litigi al punto di arrivare ad accidenti, offese alle reciproche madri e calci rotanti e ciò rappresenta un grave problema che, purtroppo, non colpisce solo la fetta del fandom più tossica ma anche il fan più casual

E qui arriviamo al punto di questa mia riflessione: è davvero necessario distinguere i due termini? Dipende dal fine. Se lo si usa semplicemente per indicare in maniera diretta e veloce una certa categoria di animazione, ossia quella giapponese, perché no? Tuttavia trovo assurdo e inutile il distinguerlo solo per lo stile delle animazioni o di disegno, anche perché vi sono prodotti giapponesi che si servono di una miriade di stili, tecniche e disegni che esulano dai loro canoni e altri, di provenienza non nipponica, che si ispirano ai canoni giapponesi.

Nemmeno i temi ritengo siano parametri opportuni per una comparazione, poiché l’animazione giapponese è costernata di opere per tutti i gusti e per tutte le età: da quelle più semplici, a quelle più stupide, arrivando addirittura ad anime che sanno affrontare tematiche anche estremamente profonde e attuali (morte, depressione, razzismo, alienazione sociale, ecc…).

Ritengo invece quanto più credibile che una buona fetta di appassionati trovino ostico usare “cartone animato” proprio per la visione “da paraocchi” che si ritrovano i più meno avvezzi, che pensano a tali prodotti come da destinarsi esclusivamente ai più piccoli e che affrontino tematiche blande con morali spicciole solamente perché “di animazione”, senza possibilità alcuna di far cambiare loro idea creando, giustamente, un incolmabile senso di scoraggiamento all’interno di molti fan. Però vedete, parlo direttamente a voi appassionati, il problema non è il termine in sé che utilizzate: potreste anche chiamarli, che so, “dibujos animados” alla spagnola, ma la visione delle persone ignoranti difficilmente cambierà così.

Anzi, creando un muro che separa cartoni animati e anime, gettereste maggior benzina su quel conflagrante incendio di ignoranza che dilaga su questo tema. Fortunatamente questa mala concezione nella società odierna sta piano piano migliorando, grazie anche al numero sempre più crescente di appassionati, ma è ancora difficile porre anime e cartone sullo stesso piano senza essere attaccati o trovare persone meno esperte che non pensino di trovarsi davanti un prodotto infantile.


In conclusione, se un giorno dovesse capitare di leggere o sentire “cartone animato” da una persona, aspettate a prendere i forconi e ad accendere fiaccole, perché semplicemente potreste trovare qualcuno che ama tali prodotti tanto quanto tu che li chiami “anime” perché, di fatto, anime e cartoni animati non sono altro che lo stesso medesimo concetto, ma con nomi differenti.

Articolo scritto da Mirko Gualdani!

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