Ancora Una Fermata – Tra Indagini e Rappresentazione Queer

“But, you know, that feeling? When you wake up in the morning and you have somebody to think about? Somewhere for hope to go? It’s good. Even when it’s bad, it’s good.” – da Ancora Una Fermata

August non ha mai pensato che la vita potesse regalare delle sorprese, quantomeno non a lei. Ha sempre visto di mal occhio tutte quelle scene romantiche da film in cui l’arrivo in una nuova e grande città apriva centinaia di possibilità. Ha passato gli ultimi anni della sua vita a spostarsi in differenti parti dell’America proprio per questo: mancava sempre qualcosa in ogni posto in cui metteva piede e no, non ha mai incontrato qualcuno che potesse davvero farla sentire a casa. Sempre se qualcosa del genere ci sia mai stato.

La madre di August, infatti, per colpa della sua ossessione per il fratello, scomparso oramai da decenni, ha sempre costretto la figlia a vivere in minuscoli appartamenti in cui erano i documenti a fare da carta da parati e in cui l’unica cosa che assomigliava ad un rapporto madre-figlia era l’aiuto richiesto per entrare in vecchi archivi polverosi. Magari New York sarà diversa, ma le premesse non sono delle migliori.

La scena è esattamente questa: un ragazzo transgender, una ragazza nera dalla foltissima chioma afro e l’eyeliner fluo e un introverso ragazzo ancora preso dal vicino di casa hanno un posto libero all’interno dell’appartamento e, insomma, se August non vuole vivere sotto un ponte e riuscire a frequentare l’università si dovrà far andare bene anche la compagnia di qualcuno. Ed ecco quindi che l’introversa e cinica protagonista si ritrova catapultata in un mondo fatto di pancakes, sensitivi, glitter e serate drag in cui l’unico rumore che si sente (oltre alla musica pop) è dato dalle risate di chi ha oramai trovato sè stess*.

Ma c’è anche un’altra cosa. Jane. La ragazza che August incontra ogni singola volta che prende il treno. Sembra esattamente l’opposto di lei: spigliata, avventurosa, sagace e bella da mozzare il fiato. Lei è forse davvero l’unico motivo per cui cerca sempre di non perdere il passaggio per l’università. C’è però qualcosa di strano in Jane. E’ letteralmente sempre sulla metro, sia di giorno che di notte, e indossa sempre i soliti vestiti tra i quali figura una meravigliosa giacca di pelle vintage, molto anni ’70. Ah, è anche in una foto appesa nel locale in cui lavora August insieme ai membri originari dello staff. Più di 45 anni prima.

E non è cambiata di una virgola.

Copertina italiana di “Ancora Una Fermata”, in inglese “One Last Stop”

Le Mie Impressioni

Casey McQuiston è riuscit* ancora una volta a creare una storia frizzante, divertente, ma con un importantissimo messaggio nascosto tra le righe. E ci ha inserito addirittura il paranormale (trovate la recensione di un altro suo libro che ho ADORATO proprio qui). Devo dire che mi aspettavo una storia totalmente differente e questo lato oscuro e criptico mi ha davvero stupita nel migliore dei modi, ma andiamo con ordine.

La storia di Ancora Una Fermata è tutt’altro che lineare: non si tratta infatti della semplice descrizione di una nuova fase di vita della giovane August, ma di come sia riuscita, dopo ventitré anni di confusione, a capire davvero cosa vuole e soprattutto chi è. A capire che casa, non è solo il luogo in cui i trovano parenti o consanguinei, ma che può trovarsi anche a miglia di distanza, ad esempio tra le fredde pareti di un appartamento sgangherato nel bel mezzo di New York.

Che il concetto di casa racchiude emozione, gioia, lutto, risate e pianti liberatori e che non sempre assomiglia ad un hotel a cinque stelle. A volte c’è bisogno di rattoppare qualche buco o di cambiare disposizione dei mobili perché, semplicemente, si cambia.

Ancora Una Fermata – dall’alto in basso e da sinistra a destra: Myla, Niko, Weston (Wes), Isaiah/Annie, August e Jane

Che dire poi della rappresentazione lgbtq+? Lo sapete, non smetterò mai di esortarvi a leggere libri del genere perché cavolo, è la diversità che rende il mondo quello che è. Non esiste un solo orientamento sessuale, così come non esiste un unico colore della pelle. Ogni singola parte del nostro corpo racchiude in sé un’unicità che è assolutamente fantastica. Se fossimo fatt* tutt* con lo stampino, emozioni come la curiosità, ammirazione e spensieratezza perderebbero tutto il loro significato.

Ancora Una Fermata ti insegna una cosa meravigliosa: per quanto tu ti possa sentire sol* o non compres* ci sarà sempre una persona là fuori che ti farà sentire parte di qualcosa e che non esiste cosa più bella dell’esprimersi in modo libero e incondizionato. Tutti abbiamo dei lati di noi stessi che non apprezziamo particolarmente e in generale ci pentiremo sempre di alcune scelte prese nel corso della vita. Ci saranno momenti in cui la sensazione di sentirsi fuori dal mondo sembrerà divorarci, ma come ho accennato poco fa all’interno di questa sgangherata recensione:

a volte abbiamo solo bisogno di ritinteggiare le mura.

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