ALEX KIDD IN MIRACLE WORLD DX -Recensione

la nostra recensione di Alex Kidd in Miracle World DX!

E’facile sentirsi in colpa per Alex Kidd. Negli anni 80 Nitendo lanciò sul mercato Super Mario Bros e, con esso, rivoluzionò per sempre il modo di vedere e concepire i platform a scorrimento. Chiaramente Sega non poteva restare indietro, e fu così che, nel 1986, nacque Alex Kidd in Miracle world. Malgrado il rilascio di ben 6 titoli della saga nell’arco di 4 anni però, Alex non divenne mai il “Mario di SEGA”, la quale nel frattempo decise di cambiare totalmente tattica lanciando sul mercato Sonic the Hedgehog nel 1991 senza più guardarsi indietro, lasciando Kidd perso nel dimenticatoio, almeno sino ad oggi.

E’davvero un peccato, poiché negli anni Alex Kidd è stato dimenticato da molti, eccetto i videogiocatori con qualche annetto sulle spalle, possessori ai tempi del sega Master System nei quali (almeno nella maggior parte dei modelli) il gioco era preinstallato e giocabile senza bisogno di alcuna cartuccia.

Oltre a questa particolarità, Alex Kidd è certamente ricordato per essere un gioco piuttosto ostico e sì, rigiocandolo all’oggi in questa sua versione rimsterizzata non possiamo che sottolineare questa particolarità ancora più marcatamente!

Se visto con superficialità, potreste pensare che Alex Kidd sia solamente una copia piuttosto palese di un Super Mario Bros qualunque, ma non è affatto così. Pur possedendo entrambi uno stile 2D piuttosto simpatico ed accattivante, sezioni platform ed amore per la distruzione di blocchetti contenenti power-up, siamo di fronte a due esperienze piuttosto differenti. Da un lato Super Mario è un titolo con una difficoltà estremamente ben studiata e regolare nel suo inasprirsi, tutto il contrario di Alex Kidd, il quale risulta spietato sin dall’inizio, rendendo necessario imparare sin dai primi minuti a gestire situazioni anche molto complesse, pena il game-over.

C’è comunque un motivo dietro alla sua difficoltà: il titol fu infatti concepito con uno stile di gioco alla “coin-up”, ovvero orientato al far spendere al giocatore i propri gettoni mettendolo alla prova con sfide impegnative ma spesso estremamente soddisfacenti da superare, in modo da creare in essi un “desiderio di riprovarci” e di conseguenza farli cadere in un loop lucroso per la sala giochi che ne ospitava il cabinato. Lo stesso stile venne poi traslato anche su console in tantissimi titoli di genere, cosa che si portò avanti addirittura sino ai tardi anni ’90 in alcuni casi.

In modalità “normale” Alex Kidd possiede 3 Vite per finire un livello. Ad ogni morte, sarete rimandati indietro all’ultimo checkpoint (molto generosamente piazzati all’interno del gioco); purtroppo una volta perse tutte e tre le vite, sarete costretti a ripartire daccapo creando sì un certo livello di frustrazione ma, al contempo, donando una piacevole sensazione di sfida e rischio, oltre a favorire un gameplay più ragionato e meno incosciente.

Parlando proprio del Gameplay, Alex Kidd è un titolo che all’apparenza vi porterà a pensare di poter essere giocato “di corsa”, grazie ad un level design che pare spingere in tale direzione e soprattutto grazie ad un sistema di movimenti piuttosto semplici e facilmente padroneggiabili, in grado di farci sentire a nostro agio in pochi minuti dal primo avvio. Il tutto però cela un livello di sfida da non sottovalutare, misto fra trappole, salti da calcolare al millimetro e nemici dalle hitbox talvolta antipatiche, in grado di colpirci o risultare letali anche a qualche pixel di distanza dall’effettivo sprite che li raffigura. Ecco quindi che le 3 vite a nostra disposizione tenderanno ad esaurirsi presto ed i nostri ritmi si faranno più lenti, seppur per venire incontro ai gamer meno hardcore è comunque sempre possibile attivare una modalità “vite infinte”, utile a semplificare notevolmente l’esperienza.

Tecnicamente nulla di male si può dire invece del titolo: Visivamente è stato fratto un gran bel lavoro di riproposizione ed ammodernamento, pur mantenendo lo stile ed i vibes dell’opera originale (è in ogni momento possibile passare dalla grafica anni 80 a quella rimasterizzata per osservare in diretta il fantastico lavoro fatto dagli artisti di Jankenteam); nota di merito alla soundtrack che davvero ha saputo catturarci con degli arrangiamenti fedeli ed al sound design in generale, soddisfacente e ben pensato. Le modalità extra aggiunte sono risultate divertenti ma non eccelse, in grado comunque di allungare la vita di un prodotto altrimenti terminabile in 2-3 ore  (o meno se ancora ricordate alla perfezione ogni quadro del titolo originale)

In conclusione, Alex Kidd in miracle World DX è un titolo che potrà piacere sia ai nuovi giocatori curiosi di scoprire una perla del passato, sia ai più navigati e notalgici, desiderosi di rivivere piacevoli ricordi della propria infanzia/adolescenza. Assolutamente da non perdere!

(Copia gratuita del gioco ci è stata fornita dallo sviluppatore con fini di recensione)


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